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Regione, boom di assenze negli uffici

Sos dagli uffici del Personale: non bastano i soldi per le visite fiscali. Confronto fra i primi mesi di quest’anno e gli ultimi del 2012: netto aumento dei giorni non lavorati

PALERMO. Anno nuovo, guai vecchi. Nei primi tre mesi del 2013 si è registrato un nuovo boom di assenze per malattia tra i 17 mila dipendenti della Regione siciliana: ben 57.750 giornate non lavorate, rispetto alle 47.385 rilevate nell’ultimo trimestre del 2012. Un incremento che supera di poco il 20 per cento. Il dato è riferito a una media, ogni mese, di circa 15 mila regionali, ed è considerato dagli uffici più completo rispetto alle statistiche di un anno fa, quando il campione di dipendenti sui quali l’amministrazione effettuava la rilevazione si fermava a quota 12 mila. Tanto che nei primi tre mesi del 2012 il numero di assenze per malattia era stato pari a 43.400, rispetto ai 57.750 del 2013: l’incremento in questo caso sfiora addirittura il 33 per cento ed è comunque allarmante. Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un'inchiesta con tutti i dati, il commento dell'assessore Patrizia Valenti e le reazioni dei sindacati. Perchè a prescindere dal numero di dipendenti, ogni giornata di assenza per malattia retribuita ha un costo per la Regione. Così, il fenomeno sta raggiungendo dimensioni notevoli. Già la scorsa estate a Palazzo d’Orleans era suonato un primo campanello d’allarme. Tra giugno e agosto i regionali avevano cumulato circa 41.500 giorni di assenze per malattia retribuiti e non retribuiti, rispetto ai 38.100 del 2011. Nel complesso, i dati relativi a tutto il 2012 avevano evidenziato un incremento dell’otto per cento delle giornate di assenza, passate dalle 161.913 del 2011 alle 174.775 del 2012.
«Faremo senz'altro controlli per capire cosa sta succedendo - spiega l’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti - Ma è chiaro che il sistema dei controlli in itinere, ovvero l’invio del medico fiscale quando il dipendente si ammala, richiede più risorse. In questo senso stiamo già lavorando a un piano generale di ottimizzazione delle risorse per il personale, per cercare di ricavare le somme necessarie a intensificare visite e controlli».
Negli uffici del dipartimento regionale del Personale qualche idea se la sono fatta. Intanto, dicono, è salito il numero di dipendenti censiti «perché adesso quasi tutti gli uffici sono registrati al portale e comunicano in tempo reale i dati sulle assenze». Poi tirano in ballo «l’aumento dell’età media dei dipendenti, che continuano a invecchiare». C’è pure chi ricorda i tagli alla spesa che hanno costretto a limitare il numero delle visite fiscali inviate. Fenomeno confermato dall’ex dirigente del Personale Giovanni Bologna, a cui nei mesi scorsi è subentrata la dirigente Luciana Giammanco: «Le visite fiscali hanno un costo di circa 30, 40 euro. E non ricordo casi in cui il dipendente è stato scoperto in perfetto stato di salute». Insomma, nel caso di assenze di un giorno la Regione non recupererebbe quanto speso, per cui la visita sarebbe sconveniente e spesso neanche è disposta. Così il «buco» delle giornate di lavoro pagate senza essere realmente svolte sale a dismisura: nel 2012 l’importo è arrivato, secondo una stima dell’amministrazione, a 17 milioni di euro.
Il 2013 non sembra essere iniziato meglio. Ben 18.546 giornate di assenza a gennaio e 18.764 a marzo, con un picco record di 20 mila e 440 giornate di assenza a febbraio, soglia mensile che a voler tornare indietro fino al 2011 non si era mai raggiunta. Negli uffici c’è chi ironizza sulle rotazioni del personale volute dal governo guidato da Rosario Crocetta, in concomitanza delle quali si è registrato il boom di assenze. Me nessun sindacato si sbilancia. «Non abbiamo elementi per dirlo — afferma Gigi Caracausi della Cisl Funzione pubblica - di sicuro c’è che il personale è scoraggiato». I Cobas-Codir invece ribadiscono che «i dipendenti più giovani hanno 40 anni, mentre la media generale è di 50 anni. Ma per verificare che ci sia realmente un aumento delle assenze bisogna tenere in considerazione il valore dato dal rapporto tra numero di dipendenti e le giornate di assenza». Questo valore che tra il 2012 e il 2013 è aumentato: tra ottobre e dicembre oscillava tra 1,2, 1,1 e 0,9 giornate di assenza, per dipendente, registrate in media ogni mese. Mentre tra gennaio e marzo 2013 il valore è passato a 1,27, 1,34 e 1,25. Anche volendo poi confrontare i primi tre mesi del 2013 con lo stesso periodo del 2012, nonostante l’aumento del personale monitorato, la media di assenza cresce di poco: in media 1,2 giornate di assenza pro capite contro quasi 1,3 giornate quest’anno. Insomma, è come se ad ogni regionale ogni mese corrispondesse un numero prestabilito di assenze per malattia. Che non accennano a diminuire.

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