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Padre Puglisi, il libro del postulatore giovedì col Giornale di Sicilia

L'occasione per approfondire la conoscenza di una straordinaria testimonianza di vita, attraverso scritti e immagini che ricostruiscono la storia di un uomo piccolo di statura ma grande nella fede

PALERMO. Conoscere il pensiero, le opere e il cammino di santità di don Pino Puglisi, attraverso la testimonianza e lo studio di colui che ha condotto in porto la causa di beatificazione del parroco palermitano ucciso dalla mafia vent’anni fa. A pochi giorni dalla celebrazione in cui il sacerdote di Brancaccio sarà dichiarato martire della Chiesa, ai lettori del Giornale di Sicilia viene data l’occasione di approfondire la conoscenza di una straordinaria testimonianza di vita, attraverso scritti e immagini che ricostruiscono la storia di un uomo piccolo di statura ma grande nella fede, che seppe cambiare l’esistenza di molti giovani incontrati sulla sua via. Giovedì, 9 maggio, sarà possibile acquistare in edicola il nuovo libro di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e postulatore della causa di beatificazione, Padre Pino Puglisi beato. Profeta e martire (San Paolo) e il dvd Brancaccio di Gianfranco Albano, a un prezzo speciale, in abbinamento col Giornale di Sicilia. Il volume e il dvd costeranno 12,90 euro in aggiunta al prezzo del quotidiano. L’abbinamento potrà essere fatto anche acquistando uno dei due periodici della San Paolo, Famiglia Cristiana e Credere, sempre a 12,90 euro in più.
Il volume di monsignor Bertolone, con una prefazione del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, è un nuovo tassello letterario, con profonde riflessioni bibliche, teologiche e morali. Lo scopo di esplorare «l’identità sacerdotale e l’eroico esercizio delle virtù» di Puglisi, spiega monsignor Bertolone, «significa indicarle al mondo, con la sincera speranza di elevarle, di dimostrarle, di renderle fruibili nell’uso quotidiano». Dopo una disamina del martirio e della sua attualità, l’autore apre una finestra sull’evoluzione storica del rapporto Chiesa-mafia.
E chiarisce tutti gli aspetti che hanno convinto la Congregazione per le Cause dei santi a riconoscere il martirio in odium fidei, ossia in odio alla fede. «Nel corso del suo ministero a Brancaccio la sua grande preoccupazione sono i bambini, in particolar modo quelli abbandonati, non scolarizzati, avviati al furto e alla violenza. Egli deve assolutamente fermare questo meccanismo perverso – scrive monsignor Bertolone -. È un prete che fa il suo lavoro amministrando i sacramenti. Si impegna in tutte le opere di misericordia. Certo, predica anche contro Cosa Nostra, ma questo suo impegno contro il male non è la nota prevalente del suo ministero sacerdotale. È dunque contro un sacerdote autentico, contro questo prete “senza aggettivi”, che esplode l’avversione dei mafiosi? Sembrerebbe di sì, e lo si deduce dalla struttura mentale e materiale della mafia: i mafiosi, con il loro rito di affiliazione, scelgono di appartenere a un padrino, non al Padre celeste». L’attività sacerdotale di don Pino provoca, dunque, un odio criminale, un odium fidei.

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