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Totoministri, stretta finale sulla squadra

Confermato il numero: saranno 18. Per la Giustizia spunta Vietti. Schifani: «Non sono interessato ai dicasteri». Napolitano vorrebbe Amato

ROMA. La stretta finale sulla squadra dei 18 ministri del governo «sobrio e snello», che il premier incaricato Enrico Letta immagina, ci sarà oggi quando Silvio Berlusconi rientrerà dal Texas e i due leader si sentiranno di nuovo, se non addirittura si incontreranno anche se per ora non è previsto. Ma le caselle per un esecutivo «di servizio» cominciano ad essere riempite: Angelino Alfano e Mario Mauro sono in pole come vicepremier così come ieri Silvio Berlusconi ha dato il via libera alla conferma della Cancellieri agli Interni mentre spunta il nome di Michele Vietti alla Giustizia.
È intricata la tela che Letta sta tessendo, cercando di incrociare i desiderata dei partiti e di superare le troppe richieste. Nel Pdl, ad esempio, sembra che si sia aperta una guerra generazionale dei quarantenni contro la vecchia guardia.
Renato Brunetta dovrebbe essere fuori mentre Renato Schifani, che ieri ha chiarito di non essere interessato a fare il ministro, potrebbe spuntarla alla Difesa se non cadesse il veto del Pdl su Franco Frattini. Mario Monti dovrebbe essere fuori mentre all'Economia sono in pole Fabrizio Saccomanni o Giuliano Amato, per il quale, a quanto si apprende, anche il presidente della Repubblica vorrebbe un ruolo nel governo.
Alla Farnesina è in corsa Massimo D'Alema anche se gira il nome del diplomatico Giampiero Massolo. Enzo Moavero dovrebbe essere riconfermato alle politiche comunitarie così come Andrea Riccardi alla cooperazione internazionale. Per i ministeri del Lavoro sono in corsa personalità dell'area sinistra del Pd come Guglielmo Epifani e Stefano Fassina mentre un ruolo, forse da sottosegretario, dovrebbe avere Laura Puppato. Sembra sicura la presenza di Maria Laura Carrozza all'Istruzione. Tra i big del Pd dovrebbe entrare al governo Dario Franceschini.
Enrico Letta vuole un governo “snello” ma anche dai contatti con le parti sociali si alza la richiesta di un ministero per il sud. O almeno di una personalità espressione del mezzogiorno per il ministero della Coesione sociale e per questo gira il nome di Francesco Boccia o, come riconferma, di Fabrizio Barca.
Oltre all'asse dei quarantenni, soprattutto nel Pdl, le donne sembrano rivendicare un ruolo anche se i posti sono pochi. Per un ruolo di ministro se la battono Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna, Anna Maria Bernini ma in corsa sono anche Nunzia De Girolamo, Jole Santelli e Beatrice Lorenzin.

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