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"L'elezione mette a seria prova le mie forze" Un Napolitano commosso presta giuramento

Il presidente della Repubblica presta per la seconda volta giuramento in Parlamento. "La fiducia e l'affetto che ho visto in questi anni crescere verso di me e verso l'istituzione che rappresentavo mi toccano profondamente"

ROMA. Un messaggio commosso, ma allo stesso perentorio nei confronti delle forze politiche. Un messaggio interrotto dodici volte dagli applausi dei parlamentari, meno quelli dei rappresentanti del Movimento 5 stelle. Il presidente della Repubblica ha prestato per la seconda giuramento davanti al Parlamento prima di salire per la seconda volta al Colle, fatto mai successo nella storia della Repubblica. Napolitano, che ha ribadito che non era sua intenzione procedere con un nuovo settennato, ha ringraziato per la fiducia e l’affetto che è stato dimostrato verso la sua figura. Ma quello di Napolitano è stato soprattutto un richiamo forte ai partiti alla cooperazione per le riforme. «Perché è sulle riforme ho speso tutti i possibili sforzi di persuasione, vanificati dalla sordità di forze politiche che pure mi hanno ora chiamato ad assumere un ulteriore carico di responsabilità per far uscire le istituzioni da uno stallo fatale. Ma ho il dovere di essere franco : se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al Paese». E aggiunge: «Quel tanto di correttivo e innovativo che si riusciva a fare nel senso della riduzione dei costi della politica, della trasparenza e della moralità nella vita pubblica è stato dunque facilmente ignorato o svalutato: e l'insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono». «Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale. La mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell'abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare».  Richiamo alle vecchie forze politiche, dunque. Ma anche un invito a quelle nuove, in particolare al Movimento 5 stelle. «Apprezzo l'impegno con cui il M5s ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l'influenza che gli spetta: quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento». E poi l’intento principale che lo ha spinto ad accettare il secondo mandato. «Ho accolto l'invito a prestare di nuovo giuramento come Presidente della Repubblica. L'ho accolto anche perchè l'Italia si desse nei prossimi giorni il governo di cui ha bisogno. E farò a tal fine ciò che mi compete : non andando oltre i limiti del mio ruolo costituzionale, fungendo tutt'al più, per usare un'espressione di scuola, da fattore di coagulazione».
Il presidente della Repubblica avvierà domani mattina, ricevendo il presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, e la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, un rapido giro di incontri con le rappresentanze parlamentari essenzialmente per verificare ogni eventuale aggiornamento delle posizioni già illustrate nelle precedenti consultazioni per la formazione del nuovo Governo.

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