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Mafia, piano per uccidere Crocetta e Tona: via al processo d'appello

«Non è facile coesistere col pensiero che da oltre 10 anni c'è qualcuno che ti vuole fare la pelle», ha commentato il governatore che era presente in aula come testimone

CALTANISSETTA. È cominciato, davanti alla Corte d'appello di Caltanissetta, presieduta da Miriam D'Amore, il processo d'appello sul progetto di Cosa nostra di uccidere l'allora sindaco di Gela, e attuale presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e il giudice nisseno Giovanbattista Tona.
«Non è facile coesistere col pensiero che da oltre 10 anni c'è qualcuno che ti vuole fare la pelle», ha commentato il governatore che era presente in aula come testimone nel procedimento che si svolge a porte chiuse.
Gli imputati sono Emanuele Argenti (di Carmelo), Nicola Casciana, Alessandro Gambuto, Francesco Vella e Salvatore Terlati. È uno stralcio dell'inchiesta 'Extrema Ratiò, con 11 indagati, tra cui i quali figurano i due presunti killer che sarebbero stati incaricati dell'esecuzione del piano di morte: Domenico Vullo e Paolo Portelli, già condannati in primo grado, che però non fanno parte di questo processo.  
Avvocati presenti in aula hanno riferito che l'ex sindaco di Gela ha illustrato le fasi della sua battaglia politica per la legalità contro le famiglie mafiose gelesi. Ha ricordato che il confronto, aspro e pericoloso, si è svolto ovunque, in particolare in Municipio, dove c'era la moglie di Daniele Emmanuello, da lui licenziata da lavoratrice socialmente utile.
La Corte ha anche interrogato due collaboratori di giustizia. Il processo è stato aggiornato al 7 maggio.

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