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I rossoblu ci provano, poi costretti alla resa

ROMA. Non importa che Miro segni, l'importante è che sia in campo. Basta il suo ingresso alla Lazio per ritrovare i tre punti. Quando Klose - assente per infortunio da inizio febbraio - entra al posto di un evanescente Hernanes è il 30' della ripresa e la Lazio guarda nel baratro della quarta sconfitta consecutiva in campionato.
Il Catania sta vincendo 1-0 (passato in vantaggio da 25 minuti con Izco ed un po' di fortuna) e Petkovic si gioca l'ultima carta. Il tedesco praticamente non toccherà palla nei 18 minuti in campo, ma la sua presenza basta a rovesciare (anche psicologicamente) le sorti di un incontro che appariva segnato. Dalla malasorte, più che per merito dei siciliani, meno spumeggianti del solito, soprattutto in attacco. Al 34' Legrottaglie devia nella propria porta un cross rasoterra di Radu.
Due minuti dopo Bellusci è colto da un raptus ed abbatte in area Ederson (decisivo anche l'ingresso del brasiliano al posto di Onazi). In tre minuti il match ha cambiato volto. Dopo un digiuno durato 403' la Lazio torna a segnare (seppure grazie ad un'autorete ed a un rigore), ma soprattutto emerge vittoriosa da una partita tatticamente e mentalmente difficilissima. E complici i ko di Inter e Fiorentina può non abdicare alla corsa per un posto Champions. Tranne qualche minuto nel finale, l'iniziativa per tutto il primo tempo resta costantemente tra i piedi della Lazio, come testimoniano anche i 10 angoli all'attivo. Il Catania appare meno arrembante del solito, più schiacciato nella sua area, ma non per scelta del tecnico Maran. E' la pressione dei padroni di casa a costringere i rossoblù sulla difensiva. Candreva, Lulic, Radu, più sporadicamente Ledesma, pressano gli avversari senza pause.
Peccato che davanti manchi Klose o la velociatà di Floccari (infortunato). Saha, alla prima da titolare, ha addosso parecchia ruggine e si vede, mentre Onazi corre molto, ma è anche assai impreciso ed Hernanes resta sempre piuttosto lontano dalla porta di Andujar. Nel Catania, schierato con tre punte, il più intraprendente é Gomez. Ma il centrocampo ha poco spazio per lanciare lui e Bergessio, impegnato com'é a tamponare le folate laziali. E dietro c'é lavoro per Legrottaglie e compagni. Come al 28', quando Marchese è provvidenziale nel mettere il piede sulla conclusione di Cana, ben servito da Hernanes. Rimpallo tra i due e palla che colpisce la traversa. In avvio (9') era stata di Candreva l'occasione migliore, smarcato da Gonzalez. Il tiro però gli esce centrale ed Andujar devia in angolo. Al 15' tocca a Saha sprecare. Iniziativa di Onazi e carambola con un difensore, Palla al francese mezzo metro dalla linea di porta, ma il suo tiro attraversa tutto lo specchio. Sembra che la Lazio sia ad un passo dal passare e invece è il Catania a gioire, al 5', quando un rinvio di Radu sbatte sullo stinco di Izco e diventa un pallonetto imprendibile per Marchetti. Petkovic reagisce allo svantaggio con l'ingresso di Kozak ed Ederson, al posto di Saha e Onazi. Al 24' lo slalom in area di Ederson dà a Kozak una palla che sembra solo da spingere dentro, ma Marchese ci mette lo zampino un'altra volta ed è solo angolo. Sembra una partita stregata.
A rompere l'incantesimo maligno ci pensa 'talismano' Klose nel quarto d'ora finale. Sarà fortuna, sarà carisma. Ai tifosi poco importa. La Lazio ritrova vittoria e sorriso. Da segnalare solo nel finale un po' di parapiglia per un pallone non restituito da Barrientos ma tutto finisce con paio di ammoniti.

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