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Niscemi, non c’è più il reparto Ostetricia: bimba rischia di nascere sull’ambulanza

La donna ha partorito al pronto soccorso del Basarocco, poi il trasferimento all’ospedale di Gela

NISCEMI. Una donna romena di 37 anni ha rischiato di partorire dentro un’ambulanza del 118. Elisa è nata e per fortuna questa è una storia sofferta, ma a lieto fine. Poteva andare molto peggio. La piccola, infatti, è venuta alla luce al Pronto soccorso dell’ospedale Basarocco (non certo in un’attrezzata sala parto). Pochi minuti dopo per la neonata e sua madre si è rivelato indispensabile il trasferimento presso il più attrezzato presidio ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela. La partoriente ha ricevuto tutte le cure del caso, prima di essere ricoverata nell’unità operativa di Ostetricia e ginecologia. I medici le avrebbero applicato anche alcuni punti di sutura a causa delle lacerazioni causate dal parto spontaneo. I sanitari non lasciano trapelare ulteriori indiscrezioni sullo stato di salute della donna. La neonata è stata invece trasferita nel reparto di Pediatria, dove l’equipe medica la mantiene in osservazione. A sollecitare l’intervento del personale del 118 sarebbe stata la stessa madre trentasettenne della piccola, dopo l’improvvisamente rottura delle mentre si trovava a casa. Una corsa contro il tempo che non ha permesso comunque di raggiungere la sala parto dell’ospedale di Gela. Il personale del 118 ha evitato che la trentasettenne desse alla luce la bimba all’interno dell’ambulanza. Parto ”di fortuna” è comunque stato vista la nascita in un Pronto soccorso. Secondo le prime indiscrezioni le condizioni di salute della bimba e di sua madre sarebbero ottime anche se la vicenda sottolinea la carenza di un punto nascita a Niscemi, decisione legata alla riforma sanitaria in Sicilia. L’unità operativa di Niscemi è stata soppresso immediatamente dopo la chiusura dell’unità operativa di Ostetricia dell’ospedale di Mazzarino. Sulla vicenda era intervenuto anche l’ormai ex assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, sottolineando la necessità di garantire pochi punti nascita a disposizione di precisi bacini di utenza muniti di ogni servizio. Una scelta che ha permesso all’Asp di elevare a secondo livello l’unità di Ostetricia e ginecologia di Gela anche se il provvedimento non ha ancora sortito effetti positivi da un punto di vista di adeguamento del personale e delle relative attrezzature. Proprio nei giorni scorsi gli esponenti sindacali della Rsu hanno denunciato al manager dell’Azienda provinciale sanitaria la carenza di personale e la necessità di adeguare le unità operative.

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