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Bersani al Quirinale: "Governo e cambiamento"

"Non metto davanti me stesso. Ci affidiamo a Napolitano: serve la corresponsabilità di tutte le forze politiche. Noi siamo la prima forza politica, ci rivolgiamo a tutto il Parlamento", così il leader del Pd dopo le consultazioni al Colle

ROMA. Pier Luigi Bersani, a questo punto, dopo un faccia a faccia di oltre un'ora con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dice di non «avere nè piani B nè piani A». In realtà il suo piano, a dispetto di numeri incerti e di un pessimismo crescente nel Pd, non è mai cambiato e al Capo dello Stato ha illustrato la sua proposta di un governo di minoranza, a tempo, che cerca i numeri in Parlamento su un «programma di cambiamento».

Ora Bersani, pur mantenendo cautela, si aspetta di ricevere l'incarico ma nel Pd c'è scetticismo. Nel colloquio con Napolitano, «in un clima cordiale, raccontano fonti vicine al segretario, il segretario dei democratici ha evidenziato come il Pd sia «il primo partito» così come il centrosinistra sia la prima coalizione del paese. Una realtà che il Capo dello Stato, secondo fonti Pd, ha ammesso pur evidenziando l'incertezza uscita dalle elezioni senza nessun vincitore chiaro. Ma Bersani ha evidenziato che i suoi 8 punti del programma politico nascono proprio dalla lettura del risultato elettorale e dalla «domanda di cambiamento» arrivata dagli elettori. Per questo, pur mancando una maggioranza chiara, il leader Pd pensa che in Parlamento si possa arrivare ad «una corresponsabilità», che però, ha chiarito, non vuol dire un nuovo governo di larghe intese «perchè il Pdl anche nell'ultimo anno ha impedito le riforme.  La nostra intenzione è mettersi al servizio - è il niet di Bersani a “governissimi” - per trovare una soluzione non qualsiasi, un governo che non è di cambiamento, porterebbe il paese a guai peggiori».
Nell'incontro, il segretario Pd non ha fatto altri nomi alternativi al suo per provare a formare un incarico. «Sono pronto a dare una mano ma non metto davanti me stesso» è la formula con cui il leader dem spiega, al termine delle consultazioni, di essere in campo per provare a fare un governo. Pur «affidandosi alla saggezza» di Napolitano, il segretario Pd ci crede ancora.

Ma nel partito è diffuso lo scetticismo che il Capo dello Stato dia l'incarico a Bersani. E comunque, anche in caso di incarico, tra i democratici si pensano eccome a piani B, ad un governo guidato da Piero Grasso o a un nuovo esecutivo tecnico, soluzioni che scongiurino nuove elezioni che invece i fedelissimi del segretario vedono come unico orizzonte in caso di fallimento del tentativo di Bersani. Ma al di là dei numeri che mancano a Bersani, ragionano anche nel Pd, «è vero che altre ipotesi non sono chiare - spiega un dirigente - Grasso non è un vecchio lupo della politica, capace di navigare in acque perigliose, e altre soluzioni istituzionali non sembrano piacere granchè al Colle». E per questo che, dopo la riflessione notturna, alla fine Napolitano potrebbe dare l'incarico al leader Pd. O almeno così lui spera.

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