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Senato, Grasso eletto presidente

Alla terza votazione era di nove voti la distanza tra l'ex magistrato, candidato dal Pd, e Renato Schifani per il PdL. Decisiva la quarta votazione per la presidenza del Senato: 313 i presenti, 137 i voti per l’ex magistrato, 117 per Schifani, candidato del Pdl, 52 le schede bianche

ROMA. Un discorso rivolto ai cittadini, improntato quasi tutto sui temi di giustizia, legalità e lavoro in cui spiega che da ora in poi il Parlamento andrà ripensato come fosse "una casa di vetro". Per una politica "diversa" che dia risposte "concrete" ai bisogni della gente.
E' toccando questi tasti che l'ex capo dell'Antimafia Piero Grasso decide di presentarsi all'Assemblea di palazzo Madama nella sua nuova veste di presidente. Visibilmente soddisfatto per aver battuto il suo rivale al ballottaggio Renato Schifani per 20 voti (137 contro 117) , Grasso annuncia anche che chiederà di istituire una Commissione d'inchiesta sulle stragi irrisolte e parla delle carceri come di un'emergenza da affrontare in tempi rapidi. "Il Paese mai come oggi - osserva - ha bisogno di risposte rapide ed efficaci all'altezza della crisi economica e sociale, ma anche politica, che sta vivendo". E mai come ora "il compito della politica" dovrà essere quello "di restituire ai cittadini la coscienza di questa sfida".
Quando è entrato per la prima volta nell'Aula del Senato, racconta emozionato, le parole che l'hanno colpito sono state quelle scritte sul soffitto affrescato: quattro parole che "hanno ispirato tutta la mia vita e cioé 'Giustizia, Diritto, Fortezza e Concordia'". Ed è a queste parole, assicura, che si ispirerà anche nella sua nuova veste di politico e di seconda carica dello Stato. Proprio di "concordia" e di "pace sociale", dice scandendo le parole, che il Paese "ha ora disperatamente bisogno". Grasso, dopo aver ricordato che domani, 17 marzo è l'Anniversario dell'Unità d'Italia, invita tutti ad unirsi come allora, superando le differenze e cercando di "trovare insieme un cammino condiviso". E forse è proprio con questo spirito che, dopo il suo intervento in Aula, si ferma per un breve colloquio con il portavoce del M5S Vito Crimi.
"Dobbiamo lavorare insieme per il bene del Paese: ci sono molte cose da fare" dice Grasso a Crimi. "Siamo qui per fare il più possibile...", è la risposta del grillino. Ora, in presenza di "un passaggio storico straordinario", il dovere della politica, insiste Grasso, è quello di cambiare "perché in gioco è la qualità della democrazia".
Dobbiamo "davvero iniziare una nuova fase costituente che sappia stupire e stupirci", prosegue. Il neo presidente del Senato ricorda quindi Teresa Mattei, scomparsa qualche giorno fa, "che della Costituente fu la più giovane donna eletta" e che "per tutta la vita è stata attiva per difendere i diritti delle donne, troppo spesso calpestati anche nel nostro Paese". Ma commemora anche Aldo Moro, rapito il 16 marzo di 35 anni fa ("l'uomo e il dirigente politico che aveva compreso il bisogno e le speranze di rigenerazione che animavano dal profondo e tormentavano la società italiana"). Oltre ai colleghi caduti nella lotta alla mafia. E nel far tornare alla memoria queste tragedie, l'ex capo Antimafia elenca anche i nomi degli uomini di scorta troppo spesso dimenticati, morti nell'adempimento del proprio dovere.
E a questo proposito cita il celebre appello che Rosaria Costa (la moglie dell'agente Vito Schifani morto insieme ai colleghi nella strage di Capaci il 22 maggio 1992) rivolse agli uomini di mafia: "Io vi perdono, ma prima dovete inginocchiarvi". Nel suo intervento, salutato da 9 applausi oltre quello finale, rivolge un saluto a Papa Francesco, al capo dello Stato Napolitano, al suo predecessore al Senato Schifani, a Emilio Colombo. E conclude con l'augurio che gli fece Antonino Caponnetto quando era giovane: "Fatti forza, vai avanti a schiena dritta e testa alta e segui sempre e soltanto la voce della tua coscienzà. Sono certo che in questo momento e in quest'Aula l'avrebbe ripetuto a ciascuno di noi".

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