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Laura Boldrini nuovo presidente della Camera

Il raggiungimento del quorum di 310 voti è stato salutato da un fragoroso applauso

ROMA. Basta, è ora di rompere gli indugi e fare della Camera la casa degli ultimi: Laura Boldrini, neo presidente di Montecitorio, dopo una vita passata a occuparsi dei più bisognosi, vuole ripartire da chi «ha perduto certezze e speranze». «Dovremo impegnarci tutti - dice con un tono che in molti, ascoltandola in Transatlantico, si affrettano a definire ecumenico - a restituire piena dignità a ogni diritto». In piedi, vestita con un tailler nero, parla per la prima volta all'emiciclo di Montecitorio tradendo molta emozione: «Stiamo iniziando un viaggio insieme e io con cura e umiltà» accompagnerò, assicura, «la richiesta di cambiamento che arriva da tutti gli italiani, soprattutto dai nostri figli». Sono ventidue gli applausi che le vengono tributati, anche se non tutti condividono: dai banchi del Pdl infatti solo le deputate accennano a mostrare apprezzamento, mentre i deputati berlusconiani rimangono impassibili. Freddezza che poi verrà confermata anche nei commenti: «È stato un discorso davvero deludente», dice Angelino Alfano. Lei però prova fin da subito a gettare un ponte e assicura di avere tutte le intenzioni di essere la presidente di tutti, soprattutto di quelli che non l'hanno votata. «Mi impegner• - è la promessa - perch‚ la mia funzione sia luogo di garanzia per ciascuno di voi e per tutto il Paese». Il discorso dura un quarto d'ora circa ma le citazioni e gli omaggi sono numerosi: Napolitano («rappresentante dell'unità nazionale»), Aldo Moro di cui cade l'anniversario del rapimento e dell'uccisione delle guardie del corpo, Don Ciotti e il suo impegno contro le mafie, Spinelli e il sogno di un'Europa unita senza dimenticare le istituzioni internazionali per le quali ha lavorato una vita. Ma il cuore del discorso di insediamento sono le persone normali, quelle che tutti i giorni combattono la propria battaglia contro l'emarginazione: i più giovani,«una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precariet…» e che spesso ha dovuto abbandonare l'Italia, le donne «che subiscono violenza travestita da amore», i detenuti che vivono in condizioni disumane. «Dovremo dare strumenti - insiste - a chi ha perso il lavoro, a chi rischia di smarrire perfino l'ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati» ma anche «ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio». Diritti, dice ancora, che vanno difesi con nuovo vigore e che - ricorda - sono scritti «in Parlamento ma sono stati costruiti fuori da qui, liberando l'Italia e gli italiani dal fascismo».  Insomma, è l'invito che Boldrini rivolge all'Aula, è ora di cambiare e di farlo insieme imparando «a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l'intensit… e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore e inesplorata di un disabile».

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