SIRACUSA. Tre ordini internazionali di arresto per concorso in omicidio volontario sono stati emessi nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Siracusa sulla scomparsa di Gianluca Bianca, il capitano del peschereccio Fatima II, di cui non si hanno più notizie dal luglio del 2012 quando navigava in acque libiche. Il natante è stato poi trovato in Egitto. I destinatari del provvedimento, attualmente irreperibili, sono tre componenti l'equipaggio: due egiziani, di 46 e 28 anni, e un tunisino di 40. Lo rende noto l'avvocato Giuseppe Lipera, legale dei familiari del marinaio siciliano il cui corpo non è stato trovato, dopo un incontro con i sostituti procuratori Tommaso Pagano e Claudia D'Alitto, titolari dell'inchiesta. I magistrati hanno disposto una comparazione del Dna dei genitori del capitano Bianca con reperti trovati del peschereccio. L'esame si terrà lunedì prossimo a Roma nella sede del reparto genetico della polizia scientifica. Il capitano, con tre pescatori siracusani, un tunisino e due egiziani, era impegnato in una battuta di pesca al largo della Libia. Secondo il racconto degli italiani, sarebbero stati vittima di un ammutinamento da parte degli stranieri, che li avrebbero poi abbandonati al largo delle coste greche, dove sono stati soccorsi. Pochi giorni dopo la scomparsa del Fatima II, l'imbarcazione è stata trovata in un porto egiziano senza nessuno a bordo. Le autorità egiziane hanno successivamente fermato due sospettati, ritrovando il cellulare di Bianca.
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