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Peppino Impastato, petizione per tutelare il casolare

PALERMO. È stata lanciata da un paio di giorni, ma ha già raccolto oltre 12.500 firme. È la petizione on line "Salviamo la memoria di Peppino Impastato", chiesta da "Rete 100 passi" per tutelare il casolare dove fu ucciso Peppino Impastato e trasformarlo in un luogo della memoria e della lotta alla mafia. Pochi giorni fa Giovanni Impastato, fratello dell'attivista ucciso a Cinisi (Pa) da Cosa nostra, aveva denunciato le condizioni di degrado del caseggiato, ridotto a una discarica
dove pascola il bestiame. Adesso, un appello lanciato sulla piattaforma Change.org, al presidente della Regione, Rosario Crocetta, chiede che il casolare venga espropriato e consegnato
alla collettività. In meno di due giorni sono già state raccolte 12.500 firme.
A dare concretezza alla richiesta di Giovanni Impastato, trasformando l'appello in una petizione on line è stato Danilo Sulis, amico di Peppino e presidente di 'Rete 100 passì. «La memoria dell'impegno antimafia di Peppino non può finire in discarica - ha detto Sulis - Abbiamo il dovere di mobilitarci per impedire che questo accada e ognuno può far sentire la propria voce aderendo alla petizione». Peppino Impastato fu ucciso per aver denunciato la mafia dai microfoni della sua radio. Fu assassinato il 9 maggio del 1978. Gli assassini tentarono di farlo credere un terrorista facendolo saltare in aria sui binari della ferrovia. La caparbietà dei suoi compagni, che trovarono in un vicino casolare una pietra con il suo sangue, fece però affiorare la verità sulla sua
morte. È possibile aderire alla petizione lanciata da "Rete 100 passi" all'indirizzo internet:
www.change.org/peppinoimpastato.

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