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Morto Hugo Chavez, il governo: è stato infettato

Il presidente del Venezuela è deceduto a 58 anni dopo aver lottato per due anni contro un tumore. Esercito schierato per garantire l'ordine

CARACAS. Il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, operato nei mesi scorsi di cancro, è morto ieri a Caracas alle 16,25 ora locale. Lo ha annunciato in tv, quando era già tarda sera in Italia, il vicepresidente e suo delfino designato, Nicolas Maduro. «È un momento di profondo dolore», ha detto Maduro, interrompendosi fra i singhiozzi, in un discorso televisivo alla nazione. La morte di Hugo Chavez «è una tragedia storica per la nostra patria», ha detto il vicepresidente circondato dai ministri del governo «bolivariano», Maduro ha fatto «un appello a tutti i connazionali di ogni età affinchè siano militanti della pace e della serenità della nostra patria». «Noi, i suoi compagni - civili e militari - raccogliamo la sua eredità, il suo progetto e le sue bandiere. Che viva Chavez!».
Hugo Chavez, che aveva 58 anni, ha lottato per due anni contro il tumore. Nelle ore precedenti il decesso, quando le sue condizioni erano peggiorate, Maduro aveva adombrato la teoria del complotto sostenendo che il cancro che aveva colpito Chavez era opera dei nemici «imperialisti» del Venezuela, che vogliono «destabilizzare» il Paese e che hanno inoculato la malattia al leader bolivariano così come è già successo al capo palestinese Yasser Arafat. Maduro aveva lanciato accuse soprattutto contro Washington, la cui secca smentita sarebbe riecheggiata poco più tardi. «Sono accuse assurde», ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato Usa. L'amministrazione americana, secondo il Wall Street Journal, è da tempo pronta ad intavolare delle discussioni con le massime autorità venezuelane. In Venezuela è stato schierato l’esercito. L'avvertimento agli oppositori è stato affidato al ministro della Difesa Diego Molero: «Le forze armare bolivariane sono dispiegate in tutto il Paese» per garantire l'ordine, ha detto, assicurando «il rispetto delle Costituzione» e invocando al contempo «la concordia» nazionale. Hugo Chavez

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