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Giustizia, aumentano i ricorsi contro i tributi locali

PALERMO. Aumenta in modo significativo in Sicilia il numero dei ricorsi contro i tributi locali. In parte è dovuto al fatto che sono diventati più onerosi da quando i Comuni cercano di compensare con un aumento delle aliquote i tagli alla spesa pubblica. La tendenza viene richiamata nella relazione del presidente della Commissione tributaria regionale, Umberto Puglisi, all'apertura dell'anno giudiziario tributario.    I ricorsi alle commissioni provinciali riguardano ancora in prevalenza con il 73 per cento i tributi statali. «Ma c'è - ha sottolineato Puglisi - un significativo incremento di ricorsi relativi ai tributi locali, divenuti sempre più onerosi. La loro incidenza è passata dal 12,4 al 19,4 per cento e presso la Commissione regionale addirittura dall'8,3 al 26,5». Resta elevato pure il numero dei ricorsi per violazioni formali. Nel 44,23 per cento dei casi il giudizio è favorevole al contribuente e solo nel 21,38 all'amministrazione. Esiti diversi nel restante 34,39 dei casi. In appello, invece, l'esito è favorevole al contribuente nel 40,64 dei casi, favorevole all'amministrazione nel 39,32 e si conclude con esiti diversi nel restante 20,05. Il contribuente ottiene ragione soprattutto in primo grado perchè l'appello proviene, in buona misura, anche dall'amministrazione rimasta soccombente in primo grado. Il recente reclutamento di nuovi giudici dovrebbe attenuare il peso dei giudizi pendenti, rimasto comunque stabile. Quelli sopravvenuti sono diminuiti da 52.817 a 42.116, verosimilmente per l'aumento dei costi dovuto all'introduzione del contributo unificato. I giudizi presso la Commissione regionale sono invece aumentati da 17.048 a 18.952.

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