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Cani e gatti, tumori in aumento I veterinari: ci vuole prevenzione

I più diffusi quelli alla mammella nelle cagnette. Per evitare l’insorgere della patologia gli esperti consigliano di sterilizzarle già dopo il primo calore

PALERMO. Crescono di oltre il 30 per cento i casi di tumori nei nostri amici a quattro zampe. L'allungamento della vita media e una maggiore attenzione dei proprietari verso la salute del proprio animale domestico hanno fatto emergere un aumento di queste patologie. I veterinari avvertono: «È necessario intervenire subito».
«In base agli ultimi dati dall'Animal Tumor Registry (ATR) di Genova si stima una incidenza tumorale annuale di 99 cani maschi su 100 mila e di 272 nel caso delle femmine», spiega Vito Imburgia, medico veterinario e specializzato in oncologia veterinaria. Ad ammalarsi di più, dunque, sarebbero le cagnette e questo perché tra le patologie più diffuse negli ultimi anni c'è proprio il tumore alla mammella: «Sono le neoplasie più frequenti nella femmina e rappresentano fino al 20 per cento dei tumori totali - spiega il dottor Imburgia -. In Italia, così come in alcuni paesi europei, la preponderanza dei tumori mammari è spiegabile dalla maggiore incidenza di tumori, in generale, nei soggetti di sesso femminile rispetto a quelli maschili». Essendo patologie ormono-dipendenti, un modo per prevenirle e proteggere così la cagnetta da future malattie è senz'altro la sterilizzazione precoce. «I tumori mammari - aggiunge Imburgia - hanno una incidenza bassa negli Stati Uniti dove le pratiche di sterilizzazione precoce e preventiva sono considerate routine». Come consiglia la dottoressa Luisa Li Vecchi, medico veterinario e vicepresidente dell'Ordine dei Veterinari di Palermo, sarebbe opportuno «sterilizzare le cagnette già dopo il primo calore, al massimo dopo il secondo». Diffusi tanto nei cani quanto nei gatti, indipendentemente dal sesso, sono i tumori cutanei: occupano il primo posto tra le neoplasie canine e il secondo in quelle feline, dopo i linfomi. Oltre alla variabile di genere, ci sono razze più esposte ad alcune patologie, perché il fattore genetico risulta determinante. È questo il caso del linfoma, molto frequente nel cane (23 per cento di tutte le neoplasie) e il più diffuso fra i gatti (30 per cento), per il quale sono state segnalate razze a rischio come il boxer e il golden retriever, ma anche i bull mastiff e il rottweiler.
Meno diffuso rispetto all'uomo, invece, il cancro ai polmoni. Attenzione però a vernici e insetticidi. «Uno studio della Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna ha descritto per la prima volta l'associazione fra inalazione di smog e insorgenza di tumori polmonari nel cane». Indipendentemente dalla natura della malattia, gli antidoti sono sempre gli stessi: diagnosi precoce e visite periodiche, proprio come negli umani. «È importante intervenire subito, da quando il nodulo è piccolissimo, evitando, così, la diffusione di metastasi», puntualizza Luisa Li Vecchi. «L'atteggiamento del tipo ”aspettiamo e vediamo cosa succede” deve essere evitato», avverte Vito Imburgia. Gli strumenti diagnostici per individuare precocemente la malattia ci sono tutti: «La diagnostica per immagini è essenziale. L'esame citologico, poi - spiega Imburgia - è rapido e poco invasivo. Segue, infine, l'esame istologico». Prima cura è l'intervento chirurgico. Se la chemioterapia nell'uomo è curativa, negli animali è palliativa ed è finalizzata a prolungare la qualità di vita, quindi la si somministra a dosaggi minimi. «Si stanno sperimentando - conclude Imburgia - nuove tecniche di cura meno tossiche». 

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