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Il Pontefice e la sua città natale: visite in aumento dopo l’addio

Marktl Am Inn, piccolo centro bavarese a novanta chilometri da Monaco, in pochi anni è diventata famosa proprio grazie a Benedetto XVI

PALERMO. Le dimissioni del Papa hanno sconvolto e fatto pensare tutto il mondo, ma gli abitanti di un posto sono rimasti a bocca aperta più di tutti. Duemilaseicentocinquanta anime hanno saputo che il loro Papa si è dimesso. Ma la sua comunità lo ha capito. E il primo cittadino di Marktl Am Inn, piccolo centro bavarese a 90 chilometri da Monaco, dove il 17 aprile del 1927, nacque Joseph Ratzinger, prende la parola per tutti incarnando l'orgoglio del villaggio che ha dato al mondo un pontefice.
Un paese che dal 2005 vive anche di turismo. E adesso, gli affari, potrebbero addirittura aumentare. Incredibile ma vero, le prenotazioni per visitare questo piccolo paese della Germania sono in aumento dopo l’annuncio di Benedetto XVU. Dopotutto, Marktl Am Inn di questo pontificato, in qualche modo, in questi otto anni, ha vissuto: 100 mila visitatori all'anno, dopo i 200 mila del primo anno dall'elezione; 15 mila nella casa a due piani divenuta un museo aperto al pubblico. E in questa onda di entusiasmo che ha portato i pellegrini da tutto il mondo a rendere omaggio al luogo d'origine del Papa tedesco, sono venute fuori le tipiche iniziative stimolate dal turismo: la Baeckerei, panificio-pasticceria del paese, sforna ogni giorno il "Past-Brot", il pane del Papa. E si scaricano in queste ore decine di cassette per rifornirsi. Il sogno di Marktl Am Inn, scoperta all'improvviso dal nulla, è destinato a finire? "Non succederà, i numeri parlano chiaro", sentenzia il sindaco Hubert Gschwendtner . Anche dopo la morte di Giovanni Paolo II le visite al suo paese di origine, in Polonia, sono aumentate. «La sorpresa è stata grande. Per me come per gli altri - racconta all'Ansa, Hubert Gschwendtner - sei mesi fa mi aveva ricevuto in udienza privata a Roma, a giugno. E lo avevo trovato bene, anche fisicamente, mi era sembrato ancora in forma. Abbiamo avuto pochi minuti di colloquio, ma eravamo soltanto io e lui».
Nella sua vita Hubert, sindaco da 17 anni, il Papa lo ha incontrato "dodici volte". E ricorda con entusiasmo "la visita nel 2006, non una pastorale, ma una visita privata. In cui da Papa ha incontrato la gente nella piazza del paese. Ha pregato con noi nella chiesa di St. Oswald". E ora? Una brutta giornata per i fedeli di questo piccolo centro ai confini con l'Austria, dove il Papa visse con il padre Joseph e la madre Maria i primi due anni della sua vita? Il sindaco smorza la delusione e difende il pontefice: «Io ho profonda comprensione e rispetto per questa scelta. Credo che abbia avuto molto coraggio». Del resto non è l'unico a mostrare di aver capito pienamente le ragioni del Papa, nel paese dalle molte case coi tetti spioventi lungo il fiume. «Il Papa non è una macchina - esclama Hans - ha un compito di grande importanza, e deve avere le forze per portarlo avanti in modo adeguato. Io lo capisco, certo che lo capisco. Evidentemente Benedetto ha scelto di andar via con gli occhi ancora aperti, vigili, nel pieno della lucidità. Una scelta insolita, ma umanamente comprensibile».

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