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Quegli annunci osé per... ripicca Lite tra congiunti per una eredità

Un malizioso dispetto trascina marito e moglie in aula per «sostituzione di persona»

CALTANISSETTA. Un malizioso dispetto trascina oggi marito e moglie in aula. Perché accusati di aver pubblicato su un giornale di annunci economici il numero di telefono di una loro parente associandolo a quella di una «massaggiatrice». Ma in realtà di trattava di una ignara infermiera che avrebbe avuto la malasorte d’incrociare i suoi interessi con quelli della coppia per questioni di eredità. In particolare – come la stessa parte offesa ha poi denunciato ai poliziotti – una casa in comune che la madre avrebbe avuto insieme ai genitori della parente chiamata sotto accusa. I protagonisti della singolare vicenda sono i trentatreenni Mario Tempo e Ornella Fiorino (difesi rispettivamente dagli avvocati Giovanni Annaloro e Sergio Iacona), mentre nel ruolo di parte offesa v’è la sessantunenne Rosa C. (assistita dall'avvocato Raffaele Palermo). Marito e moglie dinanzi il giudice Antonia Leone sono chiamati a difendersi dall’accusa di sostituzione di persona. La vicenda risale a quattro anni e mezzo fa. È stato allora che la coppia – secondo la tesi accusatoria – avrebbe fatto pubblicare su un giornale di annunci economici la falsa inserzione con il numero di telefono di casa della parente. «Servizio a domicilio per massaggi rilassanti con diverse tipologie di massaggi. Qualifica professionale», questo, per linee generali, il testo dell’avviso commerciale che sarebbe stato allora pubblicato. Che tradotto nel concreto assume convenzionalmente significati ben noti. E in effetti, a un certo punto, l’ignara «massaggiatrice» che massaggiatrice non era, ha iniziato a riceve chiamate al numero di casa. Strane telefonate dai contenuti incomprensibili. E per un po’ di tempo la donna non avrebbe compreso quelle stranezze. Ma le chiamate continuavano a susseguirsi e qualcuno, tra gli interlocutori, si sarebbe spinto oltre, convinto che dall’altro capo del telefono stesse rispondendo la «massaggiatrice». Quando la misura s’è fatta colma, la presunta vittima di quella spiacevole storia s’è recata in questura presentando una denuncia contro ignoti. Per esasperazione avrebbe pure fatto interrompere la sua utenza telefonica. Da li in avanti le indagini della polizia hanno fatto il resto. Scoprendo che il numero di telefono della donna era stato associato a quell’inserzione e pubblicato su un giornale. Andando a ritroso i poliziotti sono giunti all’identità dei sospetti autori di quella sorta di rivalsa nei confronti della parente.

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