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Ordine dei geologi: "Sì al piano regionale per le estrazioni"

CATANIA. "Abbiamo assistito per troppo tempo impotenti al saccheggio delle risorse naturali del sottosuolo siciliano, ma è ora di cambiare musica". Lo afferma il vicepresidente dei geologi di Sicilia e già componente del Consiglio Regionale delle Miniere Carlo Cassaniti in una nota sul tema delle risorse presenti nel sottosuolo siciliano.
Cassaniti rileva che "in tutti i settori estrattivi, dalle cave alle miniere, dagli idrocarburi alla geotermia, la Regione Siciliana non è riuscita a dotarsi di un piano regionale per le attività estrattive" e che solamente per le cave "dopo aver atteso 30 anni è stato approvato un piano regionale che al momento consiste esclusivamente in una perimetrazione di aree vocate all'estrazione perché mancano le norme tecniche di attuazione". Cassaniti aggiunge che "nel settore degli idrocarburi la Sicilia è diventata la terra di conquista dei cercatori dell'oro nero", sottolineando come nell'isola "solo nella porzione di territorio emerso viene estratto il 12% della produzione nazionale di greggio a fronte di bassissime royalties che lasciano solo briciole ai territori".
Per Cassaniti "occorre fermarsi con i nuovi permessi di ricerca e redigere un Piano regionale delle attività estrattive che armonizzi tutte le leggi regionali che al momento regolamentano il settore e che focalizzi la problematica legata alla possibilità di coltivare nuovi giacimenti in aree ad elevato rischio sismico. Cassaniti infine auspica che il presidente della Regione Rosario Crocetta "conduca la sua rivoluzione anche in questo delicatissimo settore al fine di fare giustizia ad una terra che da diversi decenni è stata oggetto di speculazione ambientale che ha arricchito pochi lasciando ai siciliani solo malattie e false aspettative".

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