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Pediatria, le mamme si mobilitano: «Siamo pronte a occupare l’ospedale»

Le voci sul futuro del reparto creano agitazione fra i cittadini. E c’è chi minaccia: strapperemo i certificati elettorali

MUSSOMELI. Agguerrite come solo delle madri possono essere quando avvertono che il futuro dei propri figli è in pericolo. Determinate a fare valere i propri diritti con i denti, a scendere in piazza, a metterci la faccia, a incatenarsi in ospedale. Tutto allo scopo di vincere una battaglia: salvare il reparto di Pediatria. Le nubi che si addensano sull'unità del Longo, da quando le notizie circolate informano che gli ultimi medici in servizio sarebbero pronti a lasciare, mettono paura e agitazione nelle famiglie mussomelesi. E non solo. Perché il presidio, da anni è un punto di riferimento per le popolazioni di tre province: oltre Caltanissetta pure per Palermo e Agrigento. E in Pediatria arrivano bimbi da molti angoli della Sicilia, persino c'è chi preferisce venire a mettere a mondo un pargolo da Messina o da Palermo. Insomma, perché fare morire questo reparto? Perché condannare alla morte l'intero Immacolata Longo? Le coraggiose mamme oramai se lo chiedono in continuazione. «Non riusciamo a capire - dicono - perché un reparto che funziona rischia di chiudere. Perché l'Azienda sanitaria si fa sfuggire dei bravi medici e non cerca di ingrossare la pianta organica con nuovi concorsi?».La situazione del personale è drammatica. Attualmente in reparto lavorano solo due camici bianchi: il primario Giuseppe Curiale, che proprio in questi giorni ha presentato la richiesta di pensionamento, e Samantha Cirafici, contrattista giustamente in «fuga» verso un altro incarico più sicuro. Le mamme coraggio capiscono la scelta di entrambi, ed anzi li ringraziano per quello che in questi anni hanno fatto per i propri figli. «È legittimo che vadano via, la colpa è dell'Azienda sanitaria che non cerca di trattenerli e che non manda nuovi medici». La delegazione di madri che incontriamo, e che si fa portavoce di centinaia di famiglie del territorio, è formata da donne giovanissime: Maria Teresa Belfiore, Enza Belfiore, Giusy Antinoro, Simona Vullo, Salvina Scannella, Enza Caruso, Graziella La Greca, Giovanna De Simone, Maria Notaro, Antonella Piazza. In loro la paura che «scippando» Pediatria loro stessi verranno strappati di un pezzo di vita. I loro racconti legati al reparto sono toccanti. Sul taccuino ci chiedono di annotare le esperienze di genitori che hanno visto la morte balenare negli occhi dei propri piccoli, salvo poi essere guariti, quasi «miracolati» dai medici del «Longo». «In Pediatria sono tutti bravi e preparati, dai dottori agli infermieri» sottolineano, e smentiscono la tesi che il reparto costi troppo in rapporto al numero dei pazienti: «Macchè, vengano a vedere nei giorni di ambulatorio quanti bambini vengono visitati». La paura del blocco provoca il panico. «Dove porteremo i nostri bambini? Chi salverà i nostri figli?». Ecco perciò l'appello all'Asp. «Per la Pediatria siamo pronti ad occupare il nosocomio, ad incatenarci in sala operatoria». Poi un messaggio alla politica. «Si intervenga prima delle elezioni, in caso contrario saremo costretti a strappare le tessere elettorali». 

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