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La comunità ebraica: le parole di Berlusconi sul fascismo sono molto gravi

Il vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica di Milano, Daniele Nahum attacca il leader del Pdl che, a margine della commemorazione della Giornata della Memoria, aveva detto: «Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene»

MILANO. «Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene». Lo ha detto il leader del Pdl Silvio Berlusconi a margine della commemorazione della Giornata della Memoria a Milano. Secondo Berlusconi l'Italia
«non ha le stesse responsabilità della Germania» ma «ci fu una connivenza che all'inizio non fu completamente consapevole». «Non si possono più ripetere quelle vicende che qui iniziarono - ha proseguito - solo mettendosi nei panni dei deportati si può capire quali vortici di tragedia si raggiunsero». Berlusconi ha spiegato che «l'Italia preferì essere alleata alla Germania di Hitler
piuttosto che contrapporvisi» e «dentro questa alleanza ci fu l'imposizione della lotta contro gli ebrei». Dura la reazione della comunità ebraica. Le parole di Silvio Berlusconi sul fascismo e le leggi razziali «sono molto gravi», perchè «un ex presidente del Consiglio ed esponente di uno dei maggiori partiti italiani non può esimersi dal condannare il fascismo nell'interezza della sua disfatta ideologica». Ne è convinto Daniele Nahum, vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica di Milano e candidato alle elezioni regionali in Lombardia nella lista Con Ambrosoli presidente. «Non dimentichiamoci che, oltre le leggi razziali, il regime di Mussolini ha cancellato la libertà di pensiero e di espressione - ha proseguito -, è stato autore delle stragi in Etiopia e creò quel tessuto discriminativo contro omosessuali, rom e tutte le altre minoranze a lui invise». Secondo Nahum Berlusconi «emettendo un giudizio storico parziale dimentica quello che accadde in Italia, che ebbe non solo una connivenza inconsapevole ma specifiche responsabilità nell'Olocausto». «Emettere un giudizio parziale nel Giorno della memoria è un'offesa e una grave mancanza di rispetto - ha concluso - e non basta essere presenti alle cerimonie per dirsi amici di un popolo».

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