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La Sicilia diventa terra di birra: nasce pure quella d’abbazia

Tante le realtà: guida per gli appassionati. Cresce la moda dei brew pub dove si beve il prodotto non filtrato spillato direttamente dagli impianti

PALERMO. Un tour in cerca di birra. Cresce il numero degli appassionati di luppolo, malto e orzo. E si cerca sempre più un prodotto made in Sicily. E le piccole realtà nella nostra Isola non mancano. Sono in tanti a provare l’esperienza di diventare mastri birrai.
Per il tour, è d’obbligo, partire dal Ragusano. Il primo produttore è di Vittoria e il marchio è Paul Bricius. Il microbirrificio è stato fondato nel 2004 da quattro amici, Fabrizio Traina, Paolo Trainito, Pierpaolo Licitra e Luigi Carrubba. E una novità è dietro l’angolo. È stata prodotta, in collaborazione con l’associazione Hora Benedicta di San Martino delle Scale, grazie a un’antica ricetta dei monaci del passato, una vera birra trappista, rispettando la tradizione dell’arte birraia monastica.

Paul Bricius inoltre è un microbirrificio che crede molto nel territorio. «Da due anni - spiega Fabrizio Traina, legale rappresentante dell’azienda - coltiviamo orzo distico in undici ettari di terreno a Santa Caterina di Villermosa, nel cuore della Sicilia. Una scelta che se da un lato ci consente di defiscalizzare il sistema, dall’altro ci permette di ottenere un orzo di qualità superiore con un basso contenuto di microtossine rispetto a quello prodotto in ambienti umidi. Adesso aspiriamo alla creazione di un maltificio in Sicilia».

Da Vittoria a Modica, per il microbirrificio la Rocca dei Conti, nato a gennaio del 2010, dopo un’esperienza come homebrewer. Le birre sono prodotte in modo artigianale e rifermentate in bottiglia. Non sono pastorizzate, non sono filtrate e non contengono conservanti.
Dal Ragusano al Catanese. Esattamente ad Acireale, si trova la Caverna del mastro birraio. Un brewpub, al cui centro si trova la sala di cottura dell’orzo, dove si degustano le birre prodotte in loco, che passano direttamente dai maturatori alle spine.

A Catania c’è poi il Birrificio del Faro, nato nel 2007, dove Francesco e Mimì producono birra artigianale secondo le regole della tradizione e cultura birraria originale.
Ad agosto 2012 nasce invece a Belpasso, alle pendici dell’Etna, Old Company. Produce birre non pastorizzate, non filtrate e rifermentate in bottiglia.
Un brew pub anche a Messina, dal nome I 5 malti, con una buona selezione di birre italiane ed estere.

Spostandoci nel Palermitano, una bella realtà si trova a Cefalù, in contrada Vallone di Falco, traversa della statale 113. Nato a marzo del 2012, Oktoberfest-Cefalù è l'unica realtà di produzione di birra artigianale nel comprensorio cefaludese e madonita. Le birre, sono prodotte da Salvo e Nino, dopo la lunga esperienza in Germania con i mastri birraioli. Anche qui la birra viene spillata direttamente dalle spine collegate ai maturatori.

Proseguendo il tour arriviamo a Palermo. Dove c’è Spillo. Un locale con una buona selezione di prodotti italiani ed esteri che ha deciso ora di fare la propria birra, Spillo77. Il birraio è Alessandro Picciotto. Al suo fianco lavora Mauro Ricci, che è anche il presidente di Cerere. «Fare impresa è complicato - spiega Ricci - da tempo aspettiamo l’ultimo passaggio burocratico per produrre nel nostro impianto. La burocrazia penalizza molto gli homebrewer. Così c’è chi produce la birra senza permessi e poi sono tante piccole realtà, a volte eccellenti, che scompaiono in fretta».

Due microbirrifici anche nell’Agrigentino. Il primo a Sciacca, Ceria. La birra viene pastorizzata, filtrata e imbottigliata. L’ultimo a Raffadali, la Terra e il sole. Un grande impianto.

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