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Niente autobotti, cresce la rabbia nelle contrade

Disagi per centinaia di famiglie che chiedono un incontro col prefetto

CALTANISSETTA. Esasperati per il lunghissimo stop imposto alle autobotti di Caltaqua i residenti di dodici contrade nissene invocano adesso l'intervento del prefetto. In un'affollata assemblea che si è tenuta venerdì nell'istituto delle suore francescane di contrada Iuculia hanno deciso che chiederanno un incontro con il prefetto per esporre i disagi ai quali centinaia di famiglie sono sottoposti dallo scorso autunno, quando le due autobotti che rifornivano la grandissima zona sono state fermate dalla motorizzazione civile con il ritiro dei libretti. La "querelle" si sta trascinando da mesi: la motorizzazione sollecita la messa in regola dei due automezzi i quali per circolare, sempre secondo l'ufficio, necessitano dell'autorizzazione per il trasporto in conto terzi il cui rilascio presuppone, però, tempi non brevi. Caltaqua sostiene invece di avere le carte in regola aggiungendo che quello effettuato è un servizio pubblico a beneficio di una parte della collettività. Un contenzioso dai toni aspri che ha fatto esplodere la rabbia dei residenti due dei quali hanno presentato denunce ai carabinieri contro i vertici della società spagnola. Le contrade interessate (Gibil Habib, Santa Lucia, Iuculia, Misteci, Calderaro, Musta, Valle, Montone, Gulfi, San Leone, Besaro, Serra Difesa) sono servite da una rete idrica che copre soltanto il venti per cento del territorio. La restante parte deve fare ricorso alle autobotti per i cosiddetti rifornimenti alternativi che hanno una incidenza non secondaria nei bilanci familiari: 75 euro per diecimila litri, costo parzialmente compensato dal contributo comunale (35 euro) adesso bloccato.

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