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La resa e il problema del gol: due segnali preoccupanti

"Ma c'è qualcosa di altro che emerso piovoso pomeriggio al San Paolo, il fatto che Gasperini sembra stia entrando un po' in confusione e, quel che è peggio, che la squadra lanci segnali di rigetto", ecco le parol dell'analisi di Angelo Morello

di ANGELO MORELLO

La zona salvezza e' più' lontana. Quattro punti dal Cagliari con lo scontro diretto in Sardegna tra due settimane. Ma non e' questo il problema: ieri a Napoli dopo un promettente avvio il Palermo s'e' sciolto come neve al sole, tramortito da doppio vantaggio dei partenopei nel giro di 5 minuti. Una resa ad un'ora dalla fine non e' un buon segnale, anche perche' ieri c'erano ben tre novita' in campo: oltre ad Aronica, anche Dossena e Anselmo. Il grande problema dei rosa resta il gol. Due tiri in porta di due terzini e un calcio di punizione di un centrocampista che ha scheggiato la traversa, tutto nei primi 45 minuti, e' l'esiguo bottino di un pomeriggio da dimenticare in fretta. Sarebbe il caso di dire nulla di nuovo sotto il cielo. Ma c'è qualcosa di altro che emerso piovoso pomeriggio al San Paolo, il fatto che Gasperini sembra stia entrando un po' in confusione e, quel che è peggio, che la squadra lanci segnali di rigetto. Lo testimoniano le prove di due giocatori tra i più esperti come Donati e Miccoli. Il primo ieri è entrato in campo con lo spirito di un bradipo, il secondo ha pensato più a maledire il giorno in cui ha deciso di fare il calciatore, che ad offrire un concreto contributo. Se riflettiamo potrebbero esserci anche validi motivi: il primo finora ha giocato in un ruolo non suo e adesso, che il posto il posto di centrale difensivo è stato coperto, è finito in panchina; il capitano viene utilizzato come "prima punta" e lui che "prima punta" non è, per questa scelta, mostra evidente insofferenza. Occorre dunque guardarsi negli occhi urgentemente e chiarirsi. Non è più il tempo dei se e dei ma. Serve una svolta con la partecipazione di tutti. E soprattutto, allenatore compreso, che nessuno si arrocchi su posizioni precostituite.

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