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Ritmo, sensualità e benessere Arriva la moda del tribal fusion

Visione moderna dell’antica danza orientale, nata negli anni Settanta negli Stati Uniti. Nei movimenti si fondono yoga, flamenco, hip-hop

PALERMO. Nella danza tribale la parola d’ordine è ritmo. Perché in questa particolare e innovativa danza quello che conta non è tanto la coreografia né tanto meno la scelta dei costumi e della musica. Ciò che più importa è la libertà dei movimenti, l’espressività e sentire dentro il ritmo travolgente delle percussioni, miscelato ad altri stili più o meno moderni. Un ritmo che dal Sud America è arrivato anche in Sicilia nonostante sia ancora poco conosciuto. Tuttavia, città come Palermo e Catania hanno dato il loro contributo per far sì che anche la nostra Isola conoscesse l’arte della tribal fusion o Ts, permettendo a istruttrici specializzate di insegnare questa particolare disciplina in alcune delle più importanti palestre siciliane. La danza tribale, nasce ufficialmente negli anni ’70 in America, e per questa ragione è anche nota con il nome di «American Tribal Dance». Ma cos’è esattamente la tribal fusion? A spiegarcelo una delle più conosciute insegnanti siciliane, Elisabetta Pezzati, che insegna danza orientale, tribal fusion, bollywood e belly fusion a Bagheria, Termini Imerese e in due palestre del capoluogo siciliano.
«E’ una fusione (come dice il nome della stessa danza) tra balli orientali (danza del ventre in primis), danza indiana, flamenco, hip hop e molti altri stili di danza folkloristici - dice Elisabetta – che offre risultati straordinari e che è, ancora oggi, in continuo divenire. L’obiettivo è quello di donare a donne di ogni età la consapevolezza della propria personalità, provando a farle esprimere, mediante l’arte creativa della Ts, nel modo più autentico possibile, accettando il più possibile gli impulsi che provengono dal nostro corpo sotto il suggerimento della musica. Perché la danza è, prima di tutto, libertà e gioia di vivere», dice con gioia Elisabetta. Questo stile apre, infatti, le porte a una nuova visione della danza, aperta alla sperimentazione e alla ricerca di nuove contaminazioni che possano offrire una più libera espressività, ma che, alla base, ha comunque lo stile e le movenze della danza orientale. «Molti movimenti della tribal fusion partono dallo yoga e dallo stretching, senza i quali - spiega la Pezzati - si rischierebbe di incorrere a dolorosi infortuni». E’ necessario dunque fare degli esercizi di riscaldamento sia prima sia dopo lo svolgersi della concreta danza. Inoltre, è giusto sottolineare, che questo tipo di danza è quasi impossibile per chi non ha alle spalle almeno due anni di danza orientale, e solitamente, è consigliata a corsi di ballo avanzati. I benefici? Sono tanti, ma i più visibili e tangibili sono il potenziamento muscolare di gambe, glutei, addominali, schiena e braccia, la consapevolezza e il controllo dei muscoli e un generale equilibrio psico-fisico. Ma parliamo della musica. Le melodie, come si potrebbe pensare, non sono arabe, ma, piuttosto indiane e latine, tra sonorità etniche, e anche, sorprendentemente, su musiche metal e rock. Si danza per lo più su musiche elettroniche, che riesce a garantire il giusto ritmo e la possibilità di sciogliere e sperimentare la nostra espressione corporea.

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