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Manca l’atto di proroga dei contratti, Calà: "A Mussomeli primi precari a casa"

In sala giunta il sindaco si è soffermato sui temi attuali: l'Ato, il Piano commerciale, l'inaugurazione del museo

MUSSOMELI. Precari, l'Ato, il Piano commerciale, l'inaugurazione del museo, ed infine l'annuncio sul ritorno in patria delle spoglie di Paolo Emiliani Giudici. In sala giunta, a fare da cornice i suoi assessori, il sindaco Salvatore Calà si è soffermato con i giornalisti sui temi attuali.

In primis l'emergenza precari. "Negli anni passati le proroghe dei contratti avvenivano in maniera automatica, quest'anno c'è stato uno slittamento che non ha permesso ai comuni le proroghe. Sappiamo che Crocetta prorogherà di sette mesi, ma siamo ancora in attesa di una circolare che attesti la decisione. In questo momento potremmo fare lavorare solo coloro hanno copertura assicurativa, e per alcuni la copertura scadrà domani, per altri il 12. Mi auguro che nelle prossime ore arrivino notizie positive, in caso contrario da lunedì saremo costretti alla sospensione per coloro a cui scadrà la copertura, e che riguarderà una decina di precari. Andrebbero in crisi molti servizi, come scuole, cimitero, manutenzione. L'attività dell'ente verrebbe pregiudicata". Secondo punto nell'agenda della conferenza stampa i rapporti con l'Ato Ambiente. Una società che il primo cittadino definisce "un carrozzone".

"Per ogni euro che un cittadino paga in bolletta, il 25% va per i costi di gestione di una macchina elefantiaca". "Ci dicono di ripianare i debiti ma ci presentano il bilancio del 2008. Siamo disponibili a ripianare i debiti con dati certi, quindi ci portino i bilanci fino al 2011". Calà apprende con soddisfazione le notizie che arrivano da Palermo sul futuro degli Ato: "Si parla di riportare la raccolta ai comuni, di consorziarli, noi siamo contenti. Però sarebbe il caso che i rapporti con i proprietari delle discariche vengono mantenute dalla Regione". Sulle variazioni al Piano commerciale, Calà difende "la sovranità del Consiglio" ma spiega che le modifiche riguardanti il viale Sorce, e che hanno provocato mugugni tra gli esercenti, nasce da un "emendamento presentato per eccesso di zelo da un consigliere. Si poteva anche non presentarlo, considerato che sulla materia fa fede la legge sulle liberalizzazioni di Bersani. L'atto non creerà squilibri, ed è stato preso a difesa degli interessi generali e non particolari".

Calà non poteva esonerarsi dalla polemica politica. Il chiarimento sul Piano commerciale lo porta a dare dei giudizi severi su Mario D'Amico. "Come credo sia eccessiva la nota degli esercenti del viale Sorce mi pare eccessiva la nota di D'Amico che anche in questo caso dimostra di essere un presidente partigiano e non super partes. Il presidente del Consiglio, quando si assumono determinazioni di un certo tipo, dovrebbe astenersi da alcune dichiarazioni. D'altra parte, quando è stato presentato l'emendamento era sì contrario, ma non ha eccepito nulla, tanto da portarlo a votazione. Dovrebbe affrontare le questioni nei tavoli idonei. Convochi i consiglieri, si rapporti con l'Amministrazione. Il suo compito istituzionale è di coinvolgere il Consiglio”.

E sull’azione dei commercianti esprime dubbi: "Trovare vantaggio nell'innescare meccanismi di rivalsa non è il migliore strumento della politica. Credo che la lettera dei commercianti sia nata dopo avere ricevuto un suggerimento. Sono stati informati male, e da lì la reazione spropositata. Su questa vicenda possono esserci degli interessi trasversali. Credo che questa azione non sia casuale ma ispirata da informazioni prive di fondamento. Dietro loro c’è una politica di pessimo livello".

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