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Primarie del Pd tra ricorsi e veleni

Vertice domani a Roma per la lista dei candidati a Camera e Senato dopo le primarie. Per il momento solo ipotesi, nella compilazione si terrà conto di voti e “peso” province

PALERMO. Ci sono i veleni di chi rischia di rimanere fuori dalla corsa per le prossime politiche e l’attesa di chi ha ottenuto un buon risultato alle primarie, ma attende ancora di capire se in lista sarà in posizione utile all’elezione. È un clima di incertezza quello del Partito democratico in Sicilia all’indomani delle primarie per scegliere i candidati per la corsa a Camera e Senato. A tenere alta la tensione è il piazzamento in lista dei candidati. I primi posti, con l’attuale legge elettorale, garantiscono l’elezione. Nel 2008 il Pd portò a Roma sette deputati nella Sicilia occidentale, sette in quella orientale e sette senatori. Un bottino di 21 parlamentari che il Pd spera di portare da 25 a 30.  Per stabilire quanti candidati di ogni provincia portare in lista e la loro posizione, non basterà solo il numero di voti ottenuti alle primarie, ma si terrà conto pure del «peso» di ogni provincia, calcolato in base al risultato ottenuto dal Pd alla Camera nel 2008.
È un procedimento che sarà ratificato nella riunione della Direzione regionale del Pd di venerdì prossimo. Ci sono però delle incognite, dalla presenza delle donne ai big «calati» da Roma dal partito. Se ne discuterà domani a Roma in un vertice al quale parteciperà il segretario regionale, Guseppe Lupo.  In base al risultato delle primarie e al peso delle province, al momento nel Pd si fanno alcune ipotesi più o meno concrete. Palermo ad esempio dovrebbe piazzare cinque candidati in posizione utile all’elezione. Bottino pieno per il deputato Antonello Cracolici: dalla sua area provengono Magda Culotta, 27 anni, sindaco di Pollina, che con 3.029 voti è risultata la prima degli eletti, e il sindaco di Marineo, Franco Ribaudo, che si è piazzato quarto. Al secondo posto, con soli 19 voti di distacco, si trova Davide Faraone, dell’area legata a Matteo Renzi.
Non a caso Cracolici ha parlato di un «risultato straordinario». Terza con 2.211 voti Teresa Piccione, sostenuta dal segretario Giuseppe Lupo. Chi è in bilico è l’uscente Alessandra Siragusa, quinta con 2.061 voti, che ha chiesto addirittura la perizia calligrafica a Godrano, dove su poco più di 1.100 abitanti, hanno votato circa 250 persone. Palermo è stata pure la città delle esclusioni eccellenti: sarebbero fuori l’ex viceministro Sergio D’Antoni, fermo a 1228 voti, Pino Apprendi (1.538), Tonino Russo (1.291), e Bernardo Mattarella (953). Due posti dovrebbero poi scattare a Messina. Dietro all’uscente Francantonio Genovese (19.360 voti), pronto a ripresentarsi in Senato, c’è Maria Tindara Gullo (11.365). Spera pure Liliana Modica, ex assessore del Comune alla Pubblica istruzione, a quota 6.529. Ma a Messina un rappresentante di lista ha inviato una lettera al leader nazionale Pier Luigi Bersani segnalando come «anomalo» l’elevato numero di preferenze - circa 25 mila - in una città che conta 600 mila abitanti. Altra polemica è scoppiata a Caltanissetta, che potrebbe contare su un solo candidato in lista. A contenderselo sono Daniela Cardinale, deputato uscente e figlia dell’ex ministro Salvatore, che ha prevalso per una sessantina di voti su Lillo Speziale, ex presidente della commissione antimafia e ora pronto a un ricorso. Durante le operazioni di spoglio è stato chiesto persino l’intervento dei carabinieri per screzi tra i sostenitori. Nessun dubbio a Enna, dove Mirello Crisafulli con seimila voti è stato il più votato prenotando il ritorno a Roma. Risultato simile nel Trapanese, dove Nino Papania potrebbe essere seguito da Pamela Orrù. Ad Agrigento dovrebbero volare in lista sia l’ex presidente della Regione, Angelo Capodicasa, primo con 3.014 voti, sia l’ex dirigente dei giovani del partito, Antonio Moscatt, 2.789 preferenze, in aperta polemica col partito per l’esclusione dal voto dei giovani democratici che lo avrebbe penalizzato. Altri tre candidati dovrebbero provenire da Catania, dove Giuseppe Berretta ha staccato di poco la sindacalista Luisella Albanella, seguiti da Giovanni Burtone. In bilico la posizione dell’ex deputato regionale Giovanni Barbagallo.

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