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Ingroia: «Bersani dialoghi con noi»

Il pm in aspettativa pronto a candidarsi alle elezioni politiche: "Saremo il grande contenitore della società civile che non vuole stare né con Berlusconi, né con Monti"

PALERMO. L’annuncio ci sarà solo il 29 mattina «quando anche gli ultimi tasselli saranno andati a posto nella notte del 28». Compreso il nome della lista che dovrà essere il «grande contenitore della società civile che non vuole stare nè con Berlusconi, nè con Monti». La scaletta di Antonio Ingroia è già segnata: ecco perchè, l’annuncio della candidatura a premier alla prossime politiche, è solo una tappa.

Dottore Ingroia, allora il ” dado è tratto”?
«Avevo posto una serie di condizioni ed alcune di queste si sono verificate. Ci sono stati passi significativi da parte della società civile, ho visto quelli che io chiamo ”passi incontro” da parte dei partiti e della società civile che credono nel nostro progetto. Ma ho anche visto i passi indietro che avevo chiesto».

Si riferisce a Di Pietro?

«La dichiarazione di Di Pietro di rinunciare al simbolo dell’Idv è una buona premessa per creare lo spazio per la società civile».

Ma a Di Pietro chiede anche di non candidarsi?

«Io immagino una prima linea fatta dalla società civile e una seconda linea fatta dai partiti».

Grillo dice che lei ”sta facendo la foglia di fico”?

«Credo che quello di Grillo sia stato un modo affettuoso e amichevole per mettermi in guardia, appunto di stare attento a non fare la foglia di fico nei confronti del vecchio modo di far politica. Io penso che con Grillo possiamo fare tante battaglie comuni».

Dal Palazzo di giustizia di Palermo al Guatemala per puntare dritto a Palazzo Chigi. Un giro un po’ tortuoso?

«In realtà non c’era niente di programmato, non avrei usato questa circumnavigazione del mondo. Si è trattato solo di una serie di fattori accidentali: il prolungamento del mio trasferimento in Guatemala per via dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia e l’anticipazione della crisi politica dalla quale sono emerse le forti pressioni della società civile nei miei confronti».

Il suo rapporto con Bersani. Gli ha chiesto un confronto. Cosa significa: alleiamoci o ognuno per la sua strada?
«Non è un appello per fare semplici accordi elettorali, non abbiamo bisogno di farli. Io credo che ci sono tanti punti in contatto tra noi e il Pd. Tra i nostri dieci punti programmatici e quelli loro. Io ho stima personale di Bersani, una persona seria e capace. Da parte mia non ci sono pregiudizi di sorta, spero che non ci siano da parte loro».

Quindi lei manda a dire a Bersani ” molla Casini e parla con noi”?

«Se leggo la storia politica di chi ha vinto le primarie del Pd, cioè Bersani, e ascolto il popolo dei democratici che ho incontrato tante volte, trovo molti più punti di contatto con noi che non con chi sostiene l’agenda Monti. Il Pd ha commesso un errore sostenendo Monti e le sue politiche neo liberiste. Dopo i governi Berlusconi e Monti gli italiani sono solo più poveri».

Insomma, puntate a raccogliere una pattuglia di parlamentari per essere decisivi in una maggioranza di centrosinistra?

«Vogliamo essere decisivi per rendere i nostri dieci punti programmatici non un libro dei sogni ma cose concrete. Il Paese non si cambia con una piccola forza e noi abbiamo costruito un programma di governo».

Lei sostiene che la politica liberista di Monti sia sbagliata. Dall’altra parte cosa c’è: una politica statalista?
«No, una politica che comprenda giustizia sociale e incoraggi lo sviluppo. Monti ha tagliato indiscriminatamente le spese e appesantito a dismisura le tasse. Non ha liberato le imprese dai lacciuoli della burocrazia, non ha garantito i diritti alle fasce deboli del Paese e non ha favorito l’iniziativa economica privata. Serve invece, una politica di incentivi ma, soprattutto, la legalità. Oggi mafia e corruzione sono una palla al piede per le imprese».

Berlusconi dice di avere fatto un incubo: lei al ministero della Giustizia.
«Capisco che Ingroia al timone della Giustizia sarebbe un problema per lui. Visto che tutti i ministri che ha messo lui alla Giustizia, da Castelli ad Alfano, hanno distrutto il funzionamento della Giustizia con leggi ad personam che sarebbero le prime che abrogherei. La verità è che gli italiani vedono Berlusconi come un incubo».

Ma era proprio necessario un altro magistrato in politica?

«Io credo che il magistrato ha diritto all’elettorato attivo e passivo. Quello che conta è l’impegno che uno mette nelle cose che fa. Non servono pessimi magistrati, avvocati e medici che fanno politica. Servono persone capaci. Per quel che mi riguarda parla la mia storia di magistrato, o i risultati che ho ottenuto. Io posso andare in giro a testa alta. Ora, però, inizia un’altra attività»."

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