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Borgata in trincea contro la discarica

Osteggiano la riapertura del sito i residenti di Santa Barbara, gli agricoltori e la direzione della «Rno» Monte di Capodarso

CALTANISSETTA. Netto diniego alla riapertura della discarica di contrada Stretto. Dopo le perplessità manifestate dai consiglieri del Pd, alla notizia secondo cui il sindaco Michele Campisi avrebbe destinato, nel piano annuale delle opere pubbliche, la somma di quattro milioni di euro per la bonifica della discarica, arriva il perentorio diniego delle associazioni ambientaliste del direttore della Riserva Naturale Monte Capodarso e Valle dell’Imera, degli agricoltori della zona, del comitato di quartiere Santa Barbara, dei cittadini del villaggio e del parroco della Parrocchia Santa Barbara che contestano la decisione dell'amministrazione comunale di riaprire la discarica consortile.

«Nei luoghi sfortunati nei quali abitiamo – si legge in una nota sottoscritta da tutti gli interessati -, qui al centro della Sicilia, la pessima amministrazione dei beni ambientali non produce soltanto insostenibili tasse e disservizi, ma anche danni, distruzioni, inquietanti avvelenamenti del nostro territorio. Il caso della discarica di contrada Stretto all’interno della vasta area abitativa della città a ridosso dallo storico villaggio Santa Barbara, in area sottoposta a vincolo ambientale e paesaggistico, tra diverse aziende agricole, adiacente alla Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale e al fiume Imera-Salso, tra le antiche miniere Gessolungo e Saponaro-Garibaldi, nel cuore del previsto Parco Nazionale geominerario storico e ambientale delle Zolfare di Sicilia – è assolutamente emblematico. Emblematico e preoccupante. E' necessario ricordare che nei primi di ottobre di quest’anno, la Procura della Repubblica ha concesso, con un decreto di revoca, il dissequestro della discarica. L'indagine della procura nasceva da una segnalazione di cittadini che lamentavano la presenza di odori molesti, che indicavano provenire dallo smaltimento dei fanghi di depurazione dei reflui urbani.

Gli approfondimenti investigativi hanno accertato che il sito ove insisteva la discarica era compreso all'interno dell'area sottoposta al vincolo paesaggistico Media Valle del Salso o Imera Meridionale. All'origine, la discarica veniva autorizzata ed essa ha continuato a funzionare fino alla sua chiusura, senza mai giungere alla fase terminale del collaudo dei lavori. Sulla ditta che ha gestito i lavori di costruzione pendono procedimenti penali davanti all’autorità giudiziaria. Il dissequestro della discarica erta stato predisposto sotto l’amministrazione del sindaco Salvatore Messana che aveva anche auspicato il finanziamento dei lavori da parte della Regione e la necessaria autorizzazione.

Noi – conclude la nota - non possiamo non esprimere legittime, fondate perplessità e riserve verso il recente provvedimento giudiziario di dissequestro della discarica di contrada Stretto, insieme a un profondo dissenso e sconcerto di fronte a una disinvolta, ambigua e irresponsabile gestione del territorio comunale, da parte di politici e amministratori locali”.

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