GELA. Oltre tremila persone, dentro e fuori la chiesa madre a Gela hanno partecipato alle esequie,ai funerali di Francesco Romano, il giovane operaio dell'indotto del petrolchimico rimasto schiacciato, mercoledì scorso, da un tubo di 8 tonnellate mentre lavorava alla radice pontile del porto-isola dell'Eni. «Non c'è morte sul posto di lavoro che non poteva essere evitata», ha detto l'assessore regionale al territorio, Mariella Lo Bello che ha portato il cordoglio e il saluto del governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, e dell'intera giunta regionale, alla famiglia dell'operaio morto nell'incidente sul lavoro promettendo aiuti concreti e assicurando che «non mancheremo di essere accanto a voi». Gela ha osservato, come ha detto il sindaco, Angelo Fasulo, «una giornata di lutto e di dolore; dolore che si unisce a rabbia in quanto i nostri perchè non trovano risposta». Accorato l'appello del vicario foraneo, monsignor Grazio Alabiso, quando ha parlato di questi momenti di difficile crisi economica e sociale rivendicando «lavoro e sicurezza altrimenti si uccide la persona, si uccide il futuro, si uccide anche la speranza»
Gela, tremila persone al funerale dell'operaio morto
Grande commozione per l'ultimo saluto a Francesco Romano, il giovane operaio dell'indotto del petrolchimico rimasto schiacciato, mercoledì scorso, da un tubo di 8 tonnellate mentre lavorava alla radice pontile del porto-isola dell'Eni
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