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L’Ancipa a secco, si acuisce la crisi: in tutto il Nisseno acqua razionata

Il tempo ha regalato un'altra bella giornata primaverile con tanto di sole e temperature miti e le pioggie sono lontane

CALTANISSETTA. La crisi idrica si fa sempre più acuta e si allarga a macchia d'olio in tutto il Nisseno. Ieri non c'è stata distribuzione idrica nel capoluogo e sempre da ieri i turni di distribuzione sono - come si temeva - ufficialmente passati a tre giorni. Caltaqua comunicando la nuova turnazione ha dovuto prendere atto che con i quantitativi forniti quotidianamente da Siciliacque (135 litri secondo anzichè 145) l'erogazione a giorni alterni non può più essere mantenuta. La società spagnola ha deciso, quindi, di dilatare i turni portandoli a tre giorni con le inevitabili e negative ricadute che un fatto del genere potrà avere nell'utenza. Il razionamento, già nell'aria da diversi, è la diretta conseguenza di un mese di novembre eccezionalmente secco e senza piogge. Ieri il tempo ha regalato un'altra bella giornata primaverile con tanto sole e temperature miti per la felicità di chi si ostina ancora a camminare in maniche di camicia. Altrove, ovvero al quartier generale di Siciliacque, sui facevano i conti con la siccità che avanza inesorabile e costringe gli enti gestori a chiudere i rubinetti di dighe e bacini e a centellinare le riserve nella speranza che il tempo possa finalmente cambiare radicalmente lasciando spazio alle attesissime precipitazioni meteoriche. In città, però, comincia a serpeggiare il malcontento. Le proteste si levano dal centro alla periferia, la gente si attrezza con le poche riserve disponibili e ormai in esaurimento, ma è ormai chiaro che da oggi in poi i nisseni dovranno tenere conto della mutata situazione e limitare ulteriormente i consumi. Stessa situazione a San Cataldo e Mazzarino gli altri due centri del nisseno dove la distribuzione (fino a sabato a giorni alterni) è passata a tre giorni. La "sete", fino a ieri scarsamente ipotizzabile, deriva dal drastico calo delle riserve all'acquedotto Ancipa dove lo svuotamento della diga per lavori che l'Enel (proprietario dell'impianto) non poteva più differire. La diga oggi contiene poco meno di quattrocentomila metri cubi d'acqua, un quantitativo decisamente irrisorio e non più sfruttabile per integrare - relativamente al capoluogo - quelli forniti quotidianamente dal Fanaco (Madonie ovest). Siciliacque in presenza di una «secca» senza precedenti in pieno autunno d'intesa con la Prefettura di Enna e con il dipartimento regionale acque e rifiuti ha deciso di ridurre i prelievi dal Fanaco determinando così la crisi. Che potrebbe - ma siamo sul campo delle ipotesi - ulteriormente aggravarsi nei prossimi giorni se continuerà a non piovere. Si parla addirittura di turni ogni quattro giorni. In città, sul fronte dell'emergenza idrica, l'orologio sembra essere tornato indietro di un decennio quando la distribuzione avveniva ad intervalli anche di cinque giorni.

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