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Acqua, turni fino a tre giorni

La situazione si è fatta drammatica. Continua a non piovere e gli invasi stanno raggiungendo minimi storici

CALTANISSETTA. Ufficialmente i turni di erogazione non sono variati (a giorni alterni) ma nei fatti l'acqua in molte zone della città comincia ad arrivare ogni tre giorni. Gli utenti hanno capito anche in assenza di notizie ufficiali e iniziano a risparmiare le riserve contenute nei serbatoi temendo il peggio ormai dietro l'angolo. Caltaqua, utilizzando al massimo i quantitativi che vengono forniti quotidianamente tentando di tamponare una situazione ormai difficile, ma da Siciliacque arrivano notizizie poco rassicuranti: i prelievi dall'Ancipa sono stati ridotti del dieci per cento e una ulteriore drastica riduzione potrebbe essere decisa martedì nel corso di un vertice a Palermo. In quel caso Caltaqua, come già ha anticipato qualche dirigente della società spagnola, potrebbe essere costretta ad ufficializzare la dilatazione dei turni di distribuzione ad intervalli - come già si vocifera - anche di quattro giorni. La situazione si è fatta drammatica. Continua a non piovere e gli invasi stano raggiungendo minimi storici. Si soffre nelle campagne dove avanza la siccità e si comincia a a soffrire anche nei centri abitati. Una crisi senza precedenti in periodi come questi perchè, si sa, l'autunno apre tradizionalmente la stagione delle piogge. Così non è stato. Novembre, a dispetto delle aspettative, continua a regalare splendide giornate di sole e temperature decisamente miti, mentre esperti e addetti ai lavori si interrogano su come gestire un deficit idrico che sta prosciugando dighe e bacini. Momento da bollino rosso. E i primi a pagare la crisi sono le utenze nissene ma anche nissene le cui sorti idropotabili dipendono essenzialemnte dall'Ancipa simili ad una pozzanghera dove adesso anche i pesci cominciano a morire. Le riserve sono scese sotto quota due milioni di metri cubi indicata dall'Enel per iniziare un grosso intervento per la riparazione delle fessure ancora esistenti nelle pareti dell'impianto. E l'assenza di precipitazioni meteoriche non consente nemmeno lo sfruttamento del fiume Imera. Situazione fotocopia anche a San Cataldo. La città viene alimentata esclusivamente dal Fanaco (quindi versante agrigentino) dove però le riserve si stanno lentamente assottigliando. Non resta che guardare il cielo e invocare la pioggia, una sorta di ultima spiaggia in un panorama a dir poco desolante.

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