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Anziani rapinati dentro casa In aula il racconto delle vittime

Al via il processo ad uno dei tre banditi arrestati dalla polizia

CALTANISSETTA. In aula il racconto, a tratti drammatico, di due delle tre vittime di una rapina in casa. Consumata nel marzo scorso nell'abitazione di due anziani fratelli e la loro badante. È con il ricordo di quelle fasi cariche di tensione che s'è aperto ieri il processo a carico del quarantenne Eugenio Corsale (difeso dall'avvocato Diego Perricone) chiamato a rispondere tentata rapina a mano armata, sequestro di persona, porto di armi e lesioni, dinanzi il tribunale presieduto da Antonio Napoli (a latere Atonia leone e Walter Turturici). Il primo a deporre è stato l'85enne Luigi Gruttadauria, rapina in casa insieme alla sorella Michela e alla colf marocchina. «Ero a casa - ha ricordato l'anziano - e sono arrivati i ladri. Mi hanno gettato per terra e messo qualcosa sulla faccia. E gridavano che volevano i soldi, ma soldi a casa non ce n'erano. Erano due maschi, uno un po' più buono, l'altro più cattivo e una donna che invece andava rovistando nei cassetti». Poi è stata sentita la badante, che, al contrario di quanto era avvenuto nel primo interrogatorio ha sostenuto di non pare parlare l'italiano. Poi ha asserito «sono entrate tre persone - ha riferito - uno mi ha presa per la gola e mi ha spinto con la faccia verso il muro... "Non parlare o t'ammazziamo" mi gridavano, poi mi hanno fatta sedere sul divano e uno di loro mi diceva di stare tranquilla così non mi avrebbe fatto nulla». Dichiarazioni spontanee sono giunte dallo stesso Corsale. «Ammetto che sono uno che fa rapina - ha spiegato - ma io non sapevo chi abitava in quella casa... mi avevano detto che era una cosa tranquilla, se avessi saputo che c'erano due vecchietto non ci sarei andato». Dove testimoniare anche l'altra vittima della rapina, ma per motivi di salute sono stati acquisiti i verbali del precedente interrogatorio.

VI.F.

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