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Proroga dei contratti: Caltaqua dice sì alla "solidarietà"

Interessati alla proposta sono i 181 dipendenti che hanno già usufruito per sei mesi del provvedimento

CALTANISSETTA. Non ci saranno licenziamenti a Caltaqua, la società spagnola che cura, in regime di convenzione, la gestione delle risorse idriche e la distribuzione. Quando ormai mancano quaranta giorni alla fine dell'anno e con i contratti di solidarietà, fra azienda e sindacati (confederali ed Rsu) è ripreso il confronto per cercare un percorso utile a garantire gli attuali livelli occupazionali e allontanare lo spettro dei licenziamenti evitati in extremis la scorsa primavera grazie ai contratti di solidarietà con i quali tutti i lavoratori del gruppo (181 in totale) accettavano la contrazione del monte ore lavorativi e conseguentemente anche dello stipendio (venti per cento in meno).

Una soluzione condivisa da tutti, sindacati e dipendenti, trovata grazie alla mediazione del prefetto e dell'ufficio del lavoro. I contratti adesso sono a termine (31 dicembre) ma nessuno vuol farsi trovare impreparato alla scadenza e pertanto, già da una settimane, rappresentanze sindacali e il nuovo direttore generale di Caltaqua Salvatore Guarino hanno riaperto il tavolo tecnico.

L'azienda ha manifestato l'intenzione di prorogare per altri sei mesi i contratti di solidarietà ma sulla proposta, i cui aspetti dovranno essere ulteriormente approfonditi, dovrà pronunciarsi l'assemblea dei lavoratori. In caso contrario l'azienda sarebbe pronta a rispolverare giocoforza i provvedimenti di mobilità che avevano scatenato a metà anno durissime proteste dei lavoratori con quattro ore di sciopero e lo stato d'agitazione a tempo indeterminato. «Abbiamo ripreso a confrontarci con l'azienda - ha dichiarato Sonia Muzio della Rsu di Caltaqua - con largo anticipo rispetto alla scadenza reale dei contratti di solidarietà. È decisamente un buon segnale.

Torneremo a discutere ma a mettere nero su bianco sulle proposte aziendali sarà ovviamente l'assemblea dei lavoratori. Da Caltaqua massima apertura a rinnovare i contratti per altri sei mesi e questo in teoria allontana, seppure temporaneamente, il rischio licenziamento in momento di forti difficoltà. Caltaqua è in forte crisi finanziaria e lo sappiamo tutti e credo che in questo momento non ci sia interlocuzione con l'Ato idrico per vecchi contenziosi. Certo qualsiasi proposta che scongiuri lo spettro dei licenziamenti vada considerata positivamente abbiamo stretto ai tempi la cinghia, accettando la decurtazione degli stipendi, un sacrificio che ha evitato di lasciare senza sostegni economici cinquanta famiglie». 

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