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Fondi europei, corsa contro il tempo

La Regione ha 43 giorni di tempo per spendere 280 milioni, pena la restituzione a Bruxelles. Anche se l’Unione europea calcola che la cifra da investire sia molto superiore

PALERMO. La Regione ha 43 giorni di tempo per spendere 280 milioni, pena la restituzione a Bruxelles. Anche se l’Unione europea calcola che la cifra da investire sia molto superiore e arrivi perfino a 881 milioni. In un caso e nell’altro, è scattata la corsa contro il tempo per evitare il cosiddetto disimpegno automatico, cioè la restituzione all’Europa dei contributi che la Sicilia non spenderà per ritardi e inefficienze. Un altro capitolo della tormentata storia dei fondi di Agenda 2007/2013, dopo quello del blocco dei fondi a causa di errori nella spesa e nei controlli sulle procedure.

Venerdì sera è arrivata a Palazzo d’Orleans la lettera con cui il dirigente generale delle Politiche regionali dell’Ue, Walter Deffaa, ha informato delle misure che Bruxelles sta per prendere. Tecnicamente, Deffaa scrive all’ambasciatore italiano a Bruxelles, Ferdinando Nelli Feroci, per chiedere che l’Italia metta in atto «tutte le misure necessarie per evitare possibili disimpegni automatici di risorse comunitarie». E in particolare «i servizi della direzione Politica regionale richiamano l’attenzione sull’utilizzo dei fondi del Fesr per i quali la scadenza è fissata al 31 dicembre 2012».

Il Fesr è il piano di investimento più importante dei fondi europei: vale circa 3 miliardi a cui si aggiunge un analogo cofinanziamento nazionale e regionale. Bruxelles informa anche l’ambasciatore sulle somme che restano da investire entro il 31 dicembre e nella tabella la cifra indicata per la Sicilia è 881.879.034 euro. La nostra Regione non sarebbe in questo quadro quella con la situazione più pesante: peggio è messa la Campania che dovrebbe investire entro fino anno 970 milioni. Mentre la Puglia deve spendere «solo» 161 milioni e la Basilicata 18 milioni. La Calabria ha un target di 280 milioni.

Il Fesr è soprattutto il programma che prevede gli investimenti che dovrebbero produrre sviluppo: infrastrutture ma anche aiuti alle imprese di ogni settore.

Ma proprio sul fatto che nel programma di investimenti rientrino anche i cosiddetti grandi appalti conta la Regione per ridimensionare l’allarme di Bruxelles: «Nel prospetto inviato dalla commissione europea - commenta Felice Bonanno, dirigente regionale della Programmazione - non si tiene conto delle grandi opere che hanno uno sviluppo pluriennale e che dunque non rientrano nel limite del 31 dicembre». In effetti la lettera precisa che potrebbero esserci deroghe. Depurata da questa quota di investimenti, la somma che la Regione deve spendere sarebbe molto inferiore anche se ugualmente importante: «Per evitare il disimpegno dobbiamo investire 280 milioni. E ci sono tutte le condizioni per non fallire questo target. Sarebbe perfino nostro interesse dire che dobbiamo spendere di più, perchè significherebbe che l’Europa deve darci di più».

Il tempo è comunque poco. E non a caso il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha detto al termine della presentazione alle autorità, venerdì, che ci sono appena due settimane di tempo per trovare un’intesa con Bruxelles che eviti «di far saltare tutto». Il riferimento è anche alla riprogrammazione degli investimenti che Crocetta ha concordato martedì con il commissario Hahn al fine di concentrare su pochi grandi progetti, subito cantierabili, gli investimenti. Un modo per accelerare la spesa ed evitare il disimpegno. Crocetta ha garantito che il nuovo piano sarà pronto entro due settimane: «Non perderemo risorse».

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