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Giovani in prima fila per Italia Futura Sicilia

PALERMO. È stata la Cavallerizza di Palazzo Sambuca, a Palermo, ad ospitare la prima uscita pubblica dell’associazione Italia Futura Sicilia che fa capo al movimento fondato nel 2009, da Luca Cordero di Montezemolo in occasione di un incontro programmato dagli under 35 del movimento, in vista della partecipazione alla convention del 17 novembre a Roma, dove aderiranno al manifesto politico “Verso la terza Repubblica”.  
Costituita nel luglio di quest’anno, l’associazione siciliana conta già circa 3000 aderenti ed è presente in 210 comuni dell’isola, pari all’82% della popolazione. «La scelta di ufficializzare la nostra presenza in un consesso di giovani – sottolinea Massimo Plescia, portavoce regionale di Italia Futura Sicilia - risponde alla precisa volontà di pesare le persone e non i personaggi. Sfoggiare i volti noti dell’impresa, della cultura, dell’associazionismo e della società civile, seppure esistenti tra i nostri sostenitori, non è l’interesse precipuo di una realtà che nasce per cambiare le cose. Le stellette da noi si conquistano sul campo». A fargli eco è Ettore Artioli, componente del comitato promotore di If Sicilia ed esponente dell’imprenditoria siciliana: «Non c’è nessuna disponibilità – ha detto – ad essere un carro su cui fare salire gente che vuole solo cambiare vestito, Italia Futura deve muovere persone ed interessi in grado di rilanciare l’economia del Paese».
Sulla scelta dei tempi hanno specificato: «Siamo rimasti sotto traccia, per quattro mesi, in attesa delle elezioni regionali a cui non abbiamo inteso partecipare perché siamo convinti che le istituzioni hanno bisogno di profonde modifiche ed è da Roma che possono essere cambiate. Crediamo che sia necessario prima cambiare l’Italia per cambiare la Sicilia». L’orizzonte è quindi segnato dalle prossime elezioni nazionali alle quali il movimento, anche siciliano, conta di arrivare con una rete territoriale radicata. Riguardo alla struttura di IF Sicilia, Pietro Brancato, componente del consiglio direttivo ha precisato che: «Non avrà gerarchie rigide, come in un partito vecchio stampo, ma si articolerà in delegazioni comunali, ciascuna con un proprio portavoce nominato all’interno, uno regionale ed un consiglio direttivo, che oggi conta circa venti elementi. Non esiste un livello provinciale perché siamo per la definitiva abolizione delle province stesse».

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