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Da Gela alla Libia le protesi per bambini

Il giovane imprenditore Aliotta ha fondato una impresa ortopedica. È stato scelto dall’ambasciata italiana. Gli arti per i mutilati di guerra

GELA. Ha dato «gambe» alle sue idee. Si realizza un sogno per una giovane impresa siciliana, retta dal gelese Emanuele Aliotta. Per conto dell'Ambasciata italiana a Tripoli, in Libia, ha realizzato 100 protesi di arto inferiore con piedi in fibra di carbonio. Domani Emanuele Aliotta ed altri quattro tecnici partiranno per Bengasi, dove è stata allestita una officina ortopedica. Le protesi realizzate tra Gela e Palagonia (dove si trovano i due centri ortopedici) saranno montate su pazienti selezionati dal governo Libico. Sono soprattutto giovani, che hanno subito gravi mutilazioni agli arti inferiori per via di mine antiuomo e bombe. Il progetto è realizzato in collaborazione con la cooperazione italiana allo sviluppo del ministero degli Affari esteri e l'ambasciata in Libia.

La Roadrunnerfoot Engineering ha vinto la gara d'appalto per la fornitura delle 100 protesi. I quattro tecnici, due gelesi (l’altro è Rocco Di Caro) e due di Palagonia (Angelo Brancato e Danilo Giaquinta), visiteranno uno per uno i pazienti, prenderanno il calco dell'arto e nell'arco di due settimane concluderanno il lavoro. Il rientro in Sicilia è previsto per il 27 novembre.
Un servizio nell'edizione di Caltanissetta del Giornale di Sicilia in edicola oggi.

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