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«Spaccio di metadone», due arresti

In automobile volevano fuggire ma sono stati inseguiti e fermati sulla strada per Santa Caterina

CALTANISSETTA. Li hanno sorpresi con troppo metadone in auto. Troppo nonostante avessero già versato un po' di sostanza su tappetini e moquette dell'auto su cui viaggiavano. È in queste circostanze che sono scattati gli arresti del trentunenne Calogero Ciotta e del trentacinquenne Alessandro Miche Cucuzza (difesi dagli avvocati Sandro Valenza e Maria Francesca Assennato) a carico dei quali è stato contestato il reato di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanza stupefacente. I due sono stati presi sostanzialmente con le mani nel sacco. Con ancora tre bottiglie di plastica contenenti duecento millilitri di metadone, oltre tutto il resto versato in auto e sugli abiti che indossavano.
È proprio durante un servizio di controllo antidroga che i due sono stati sorpresi. Una pattuglia ha notato una utilitaria con due persone a bordo, ritenute in qualche modo sospette. Le hanno intercettate mentre viaggiavano lungo la statale 640. Così i militari hanno deciso di seguire il mezzo e, nel frattempo, hanno allertato anche altri colleghi per rinforzare i controlli. Dopo qualche chilometro, all'altezza del bivio per Santa Caterina, in direzione del capoluogo, è scattato il blitz. Con le due «gazzelle» che, come in una morsa, hanno bloccato l'utilitaria con i due sospetti a bordo. A quel punto gli occupanti avrebbero iniziato a versare il contenuto di alcune bottigliette sul pavimento della loro «Fiat». Un po' è stato versato sui tappetini, il resto sulla moquette di fondo ma si sono anche bagnati i vestiti che indossavano. Questo lo scenario che s'è prospettato ai carabinieri che hanno subito fermato i due, perquisendo loro e il mezzo. Nell'abitacolo sono saltate fuori i tre contenitori di plastica con ancora dentro il metadone. L'intero scenario ha indotto i militari a trasferire i due in caserma per arrestarli. Secondo la tesi accusatoria, la quantità di sostanza che i due avevano sarebbe stata di molto superiore al limite massimo consentito per uso personale. Questa teoria - sempre secondo gli investigatori - spiegherebbe le ragioni per cui Ciotta e Cocuzza, appena fermati dai carabinieri, hanno tentato in tutti i modi di disfarsi della «roba». Così da provare a diminuire, quanto più possibile, il quantitativo posseduto. Da qui i provvedimenti restrittivi emessi nei loro confronti per detenzione e spaccio di stupefacenti.

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