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Province, scuole al gelo contro i tagli

Il governo decurta 500 milioni e i presidenti annunciano: risparmieremo sui riscaldamenti nelle aule. È stato il presidente dell’Upi ad annunciare la protesta. Avanti di Palermo e Ricevuto di Messina: non possiamo più far fronte ad alcuna spesa

CATANIA. La «serrata del termosifone», la minaccia di un inverno al freddo e al gelo per gli studenti delle scuole superiori italiane, è la risposta dell’Upi – l’Unione Province – a nuovi tagli per 500 milioni di euro decisi dal governo Monti. «Niente servizi e ricorso ai Tar contro una riduzione di fondi insopportabile», ha annunciato ieri il torinese Antonio Saitta che inizia così la sua stagione al vertice dell’Upi, dove ha preso il posto dell’ormai ex presidente della Provincia di Catania Giuseppe Castiglione.
L’iniziativa di Saitta, che non piace all’Unione Province Lombarde, spacca il fronte degli enti locali anche in Sicilia. Giovanni Avanti parla di «tagli inauditi che colpiranno la sola Provincia di Palermo per 6 milioni 300 mila euro e che vengono comunicati adesso dal governo, quando le risorse in bilancio sono già state impegnate per dieci-dodicesimi». «Sono scelte – prosegue Avanti – di chi non sa nulla di enti locali. Diventa difficile adesso persino fare fronte alle spese obbligatorie». Giovanni Leonardi, presidente dell’Aula consiliare etnea, dissente dalla linea-Saitta: «Già i disservizi sono tanti anche nelle scuole, visto che non abbiamo bilancio e il nostro ente, come altri, sta lottando per evitare lo sforamento del patto di stabilità. Non è il caso penalizzare ulteriormente gli studenti». Nanni Ricevuto, che guida la Provincia di Messina, commenta: «Ci hanno trasferito a suo tempo competenze sui plessi scolastici ma, se adesso non ci danno le risorse, va da sé che quelle retrocedono allo Stato. Sono d’accordo con Saitta. D’altronde, oltre un anno fa volevo proporre ai nostri consiglieri un’iniziativa di questo tipo con il ministro della Pubblica istruzione. La nostra cultura, il nostro senso di responsabilità, ci aveva poi frenato».
Un servizio sul Giornale di Sicilia in edicola oggi.

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