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Animali, trapezzisti e cavallerizzi: è arrivato il circo

Non sono mancati, anche questa volta, quelli che denunciano le presunte sofferenze degli animali utilizzati negli spettacoli

CALTANISSETTA. «Panem ed cicrcensis». Il motto dei governatori dell’antica Roma, nonostante siano trascorsi centinaia di anni è ancora valido e potrebbe articolarsi in maniera diversa come «lavoro e divertimento». Da qualche giorno il circo di Viviana Orfei, nipote della più famosa Moira Orfei, è approdato in città nell’ampio spazio dell’ex foro boario di contrada Bloy.

Un grande tendone con oltre mille e duecento posti a sedere, circondato da numerose roulotte che ospitano acrobati, clown, trapezisti, ballerini e domatori di animali e non mancano i circensi per antonomasia: i cavallerizzi. Quello che hanno dato nome e forma all’antico e moderno circus (circolo) per consentire e favorire le esibizione dei cavallerizzi. Il circo di Viviana Orfei nasce poco più di otto anni addietro sulla scia dell’antico marchio degli Orfei che molti dei moderni, anzi, dei «nuovi circhi», hanno cercato in diversi modi di clonare. Tentativi che sono sfociati in diversi contenziosi approdati nella aule di numerosi tribunali.

Il circo di Viviana Orfei è legato a quel circo Bizzarro, sotto il cui chapiteau, all’indomani del 28 dicembre a ponte Zaera, furono ospitati superstiti e feriti del terremoto che distrusse Messina. Il marito di Viviana, contitolare dello stesso circo, è infatti Alvaro Bizzarro, nipote di Giuseppe Bizzarro dell’omonimo circo che, oltre cento anni addietro, si prodigò per soccorrere i superstiti del sisma nella città dello stretto. Secondo tradizione il circo di Viviana Orfei è uno spettacolo itinerante, dal vivo, per eccellenza ed è articolato in varie esibizioni, che vengono rappresentate da artisti che vivono aggregati al circo stesso.

Le rappresentazioni spaziano dalle evoluzioni degli acrobati fatte al trapezio o al cosiddetto filo alto, fino ai numeri di animali in cattività. Ci sono anche i numeri di giocoleria, i contorsionisti e gli spettacoli dei pagliacci. E non potevano mancare anche in questa occasioni, quelli che stanno fuori del circo per protesta, gli animalisti, quelli si oppongono e denunciano le presunte sofferenze degli animali utilizzati negli spettacoli.

Per quanto ci riguarda, e può valere come testimonianza, abbiamo visto uno dei custodi accudire amorevolmente un cavallo che «stava poco bene». E un braccio di ferro che si ripete, nonostante il Tar abbia più volte respinto il ricorso degli animalisti la cui linea è anche in contrasto con i principi della Stato che autorizza e finanzia l’attività circense. Il circo di Viviana Orfei ospita animali di quattro continenti: elefanti, giraffe, cavalli, leoni, tigri.

S.M.

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