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San Cataldo, mercatino di Natale a rischio

Il direttore Michele Giarratano: «Occorrono cinquemila euro per realizzarlo. Il Comune non ci darà soldi»

SAN CATALDO. I commercianti del centro naturale «Le Spighe», per le festività natalizie, vorrebbero organizzare nuovamente i mercatini di Natale, che hanno riscosso molto successo tra i cittadini lo scorso anno.



L'unico problema è che le casse del centro commerciale naturale sono all'asciutto e bisogna reperire i fondi. Il direttore di Confesercenti Michele Giarratano, scende ancora una volta al fianco degli esercent del centro storico sancataldese, per cercare di racimolare i soldi, tramite sponsor o la Camera di Commercio, visto che l'amministrazione comunale a causa delle poche risorse finanziarie, difficilmente parteciperà economicamente alla manifestazione.



Inoltre il direttore di Confesercenti rimprovera all'amministrazione retta dal sindaco Franco Raimondi, L'aver formato un pool di esperti per il rilancio della città senza consultare le associazioni datoriali. «Per allestire i mercatini di Natale, occorrono circa cinquemila euro -
dichiara Michele Giarratano - una cifra importante in questo periodo di crisi, che attanaglia l'intero territorio. Proveremo a raccogliere i soldi necessari per affittare i gazebo e tutto quello che serve per cercare di far concludere dei buoni affari almeno sotto le festività natalizie. I commercianti però devono tutti collaborare se si vuole riuscire ad organizzare una manifestazione che sia all'altezza del nostro centro storico. A tal proposito circa un mese fa avevo inviato all'amministrazione la proposta di allestire un tavolo permanente per lo sviluppo economico della città. Da allora nessuna risposta, solo qualche giorno fa ho saputo che l'amministrazione ha formato un pool di esperti, per lo sviluppo di San Cataldo. Lo si è costituito lasciando fuori le associazioni di categoria che hanno il reale "polso" della situazione - conclude Giarratano -. La democrazia condivisa della quale si vanta questa giunta, non serve a nulla se le decisioni vengono prese dentro il "palazzo" senza consultare le
associazioni presenti sul territorio».

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