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Festa dei defunti e tradizione La «pupaccena» protagonista

Pure gli artigiani antichi seguono le novità del momento, creando con lo zucchero personaggi che sono sempre al passo coi tempi

PALERMO. Cestini di frutti di martorana, frutta secca, pupatelli, mustazzuola e taralli invadono le vetrine delle pasticcerie, e ci ricordano che la «festa dei morti» si avvicina. Ma il vero protagonista di questa tradizione centenaria e, senza dubbio, il più amato dai bambini, resta sempre il ”pupo di zucchero”, o ”pupaccena”.
La tradizione lo vuole dipinto con i colori del carretto, e con le sembianze di un paladino, ma la moda impone di ricreare con lo zucchero i personaggi dei cartoni animati più amati dai piccoli.
E così, sugli scaffali dei negozi di dolciumi, accanto alla statuetta di Giovanna d'Arco appare un Puffo blu, mentre, vicino a San Michele Arcangelo, si scorge l'Uomo Ragno. Le dolci creazioni sono, comunque, delle piccole opere d'arte, la cui produzione artigianale, però, si sta lentamente estinguendo. Un altro segnale dell’inesorabile avanzare di altre tradizioni, forse più «tecnologiche» ma sicuramente più povere di significato. «Il procedimento per realizzarle, infatti, è molto complesso, richiede diverse fasi e una impegnativa manodopera. Così gran parte delle pasticcerie si appoggia ad una produzione industriale», spiega Rosalba Rosciglione, una delle titolari dell'omonima ditta che produce ed esporta prodotti dolciari in tutta Italia.
«Quest'anno - aggiunge - abbiamo già terminato le consegne, e gran parte delle pasticcerie espone proprio le nostre creazioni. Le più richieste? Hello Kitty, i Simpson e i personaggi Disney». Il prezzo è abbastanza contenuto: una statua di 1-2 chili costa circa 15 euro. D'altronde la materia prima è una sola: lo zucchero. Questo viene disciolto in acqua bollente e poi versato negli stampi di gesso. Una volta che il contenuto dello stampo si raffredda e si solidifica, si procede con la colorazione a mano del pupo.
Il processo è molto dispendioso, ma c'è chi ancora ci si dedica con passione e pazienza, come la Pasticceria del Massimo: «Le nostre statuette di zucchero - spiega Francesco Paolo Amato, il titolare - sono più apprezzate dagli adulti, che ne comprendono il valore artistico e tradizionale. I bambini, invece, vogliono le forme dei cartoni animati, e si lasciano confondere dalla festa di Halloween, che nulla ha a che vedere con la nostra (sicuramente più densa di significato)». Può una tradizione così «dolce» sparire, sopratutto dalle tavole siciliane? Sicuramente no.
 

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