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Gela, hacker violano i dati della polizia In rete finiscono 4.000 documenti

Si fanno chiamare «Anonymous» ma dalla questura minimizzano: le indagini sono al sicuro

GELA. Un attacco informatico su larga scala: documenti, informative, turni di servizio e caselle mail. Ben poco è stato trascurato dagli hacker di Anonymous che sono riusciti d impadronirsi di dati presenti nei server della polizia di stato. Così, fra i tanti documenti resi pubblici, fuoriescono anche quelli gestiti dai funzionari del commissariato di via Zucchetto. L’attacco, infatti, non ha risparmiato neanche i dati conservati nei computer in dotazione agli agenti del presidio locale. La strategia utilizzata per l’azione è stata fulminea: i dati sottratti ai server della polizia sono stati immediatamente inseriti sul sito del gruppo. Diversi documenti, consultabili dopo l’”operazione” messa a segno dagli hacker, riguardano proprio gli agenti del commissariato. In rete, infatti, è possibile consultare diversi turni di servizio. Tra i frutti dell’attacco, addirittura, c’è la stessa rubrica mail del dirigente Gaetano Cravana. Una serie di indirizzi personali che è transitata sul sito di Anonymous. Praticamente, tutte le questure e i posti di polizia nazionali sono stati presi di mira.

Nel sito gestito dagli hacker, si rivendica l’azione allo scopo di mettere in luce la debolezza dei sistemi di protezione utilizzati dagli esperti della polizia di stato. In sostanza, il gruppo dichiara di aver creato un enorme buco nei sistemi utilizzati per tutelare dati sensibili. Fra le tante vittime, quindi, anche i funzionari locali. Nella mole di dati finita tra le mani di Anonymous, non mancano, addirittura, neanche alcune dichiarazioni dei redditi presentate dagli agenti. Tra le carte, ci sono anche le convenzioni telefoniche concluse con il gestore Tim. Nel sito, inoltre, è possibile risalire ad alcune domande di trasferimento e alle richieste per la sottoposizione a visite specialistiche. Dalla sede centrale del ministero dell’interno, escludono che gli hacker siano riusciti a violare i server delle questure: ci sarebbe stata, infatti, solo la costante violazione delle caselle mail in dotazione al personale. Intanto, compresi quelli del commissariato di via Zucchetto, sono circa quattro mila i documenti finiti in rete e liberamente consultabili da chiunque.

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