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Italia, Prandelli: "Cassano? E' l'ora dei giovani"

Il ct chiude le porte al talento di Bari Vecchia: "Per lui c'è un ruolo alla Di Natale". E su Balotelli: "Dimostri di tenerci davvero alla Nazionale"

ROMA. È ora di 'rottamarè anche in azzurro. Renziano convinto, benchè non dichiarato, Cesare Prandelli porta in nazionale un ribaltamento. Forse non basta solo chiudere l'era Cassano per avviare il «rinnovamento» tante volte citato. Forse non è solo questione individuale nè di apertura a giovani attaccanti e alle speranze di un futuro ancora da costruire. C'è da svecchiare anche l'idea di un calcio italiano arretrato in Europa, non all'altezza: «Rispetto agli altri Paesi, il nostro è un gioco meno intenso: ma da due anni questa nazionale sta provando a invertire rotta, a essere generosa e più intensa», dice il commissario tecnico azzurro.  La trasferta in Armenia e la Danimarca a Milano, ammette con pragmatismo, sono le partite decisive per la qualificazione ai Mondiali. L'Italia ci arriva con diverse incognite. Quelle nate della prime due partite, e quelle congenite alla voglia di trovare nuove vie. Per questo il suo ct all'ultimo ha rinunciato alla seconda esclusione, che avrebbe avuto ancor più del clamoroso. «Ammetto, ci sono rimasto male quando Balotelli ha deciso di operarsi agli occhi a settembre, in concomitanza con le partite azzurre - spiega Prandelli - E una riflessione sulla convocazione l'ho fatta: poi però ho chiuso gli occhi, ho ripensato alle sue prestazioni in azzurro e al talento, e mi sono sentito confortato all'idea che lui ci fosse. Ora ha l'ennesima occasione per dimostrare quanto vuole diventare un campione: non dico l'ultima, ma è un'occasione. Voglio che capisca quanto la nazionale possa essere straordinaria, per qualsiasi giocatore».


 Il futuro, è la convinzione di Prandelli, ha il volto di El Sharaawy e Destro, di Insigne prestato all'Under 21, delVerratti che a Yerevan giocherà qualche metro davanti a Pirlo
«per riproporre il quadrilatero di centrocampo che ci ha premiato in questi anni». Ma intanto c'è un presente impellente e l'idea di Italia buona per arrivare alla finaleEuropea è già invecchiata, più velocemente dei suoi interpreti. Tra cui unico punto fermo è lo juventino Pirlo. «Cassano sarà in questi due anni quel che è stato Di Natale», la parola fine sulla scommessa Fantantonio («che io ho giocato nonostante nessuno altro vi puntasse, e ho vinto...», precisa il ct): come dire, giochi ad altissimi livelli di qui al 2014, e all'ultimo se ne potrà riparlare. Intanto va cercato qualcosa di nuovo, senza certezze su cosa sia.«I giovani sono il futuro, e su di loro dobbiamo puntare. Il ct della Spagna Del Bosque mi ha detto che dopo il Mondiale sudafricano ha cambiato la squadra del 50 per cento - l'argomentazione azzurra - Rinnovamento è la parola chiave. Cosa sa fare Antonio ci è stranoto, per il prossimo biennio abbiamo scelto altre vie in attacco.  E non c'è nulla nel rapporto personale. Ecco, in questo senso non conta neanche la carta d'identità».

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