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Liste regionali: dentro attori, figli d'arte e anche indagati

La moltitudine degli oltre 1.600 candidati all'Ars racchiude esponenti di varie fasce della società. E non risparmia neppure scontri in famiglia. Presenti anche vari sindacalisti, protagonisti di molte vertenze "calde" nell'Isola

PALERMO. Non solo politici di «professione». Competeranno per uno scranno a Sala d'Ercole anche attori e sindacalisti. Se la si può considerare una categoria ci sarebbe pure quella degli indagati. La moltitudine degli oltre 1.600 candidati all'Ars racchiude esponenti di varie fasce della società. E non risparmia neppure scontri in famiglia. Claudio Fava avrebbe puntato su due «colleghi» che hanno lavorato con lui in varie sceneggiature ma nel ruolo di attori: si tratta di Ninni Bruschetta e Maurizio Marchetti. Scelte condivise da Giovanna Marano.

Il primo, attore di squadra antimafia, sarà candidato a Palermo e a Catania; il secondo a Messina. Anche il sindacato ha una buona rappresentanza. Oltre al segretario regionale della Cgil, Mariella Maggio, nel listino di Crocetta e nella lista del Pd a Palermo, è candidato con l'Udc anche Pietro La Torre, segretario regionale della Uil Tucs; Salvo Barone leader dell'Asia, sindacato che segue la vertenza Gesip, è nell'Idv. A Catania, nella lista Musumeci Presidente, guidata dal candidato alla presidenza, c'è il leader di alcune associazioni omosessuali, Sandro Mangano. E con lui anche un figlio d'arte, Vasco Maria Agen, figlio del presidente regionale di Confcommercio, Pietro. A Caltanissetta Sel, Rifondazione e Verdi schierano Antonio Rinciani ex assessore di Crocetta a Gela, ma oggi in opposizione al candidato del Pd. C'è pure un caso di omonimia. Tra i candidati di Sturzo a Palermo c'e' Alessandro Aricò, che ha lo stesso nome dell'assessore al Territorio. Non punteranno all'Ars i candidati alla presidenza Giovanna Marano, Davide Giacalone e Giacomo Di Leo. Il leader dei Forconi Mariano Ferro è presente in 5 province. Listini. Rosario Crocetta, capolista a Palermo, Catania e Messina della lista Crocetta Presidente, ha inserito nel proprio listino per l’Udc Lino Leanza, ex braccio destro di Raffaele Lombardo. E attraverso il listino di Nello Musumeci, invece, il Pdl prova a sanare lo strappo con Innocenzo Leontini, inserendolo tra gli otto.

Un posto ceduto dal leader del Cantiere Popolare, Rudy Maira. «Una scelta di responsabilità viste le difficoltà che la nostra lista potrebbe avere in quel territorio», spiega Maira. Gianfranco Micciché, che guida la list a di Grande Sud a Palermo, ha concesso 4 posti ai lombardiani: Stefania Munafò, Rossana Interlandi, capolista anche a Caltanissetta del Nuovo Polo e Mps, Sandro Oliveri, capolista dei finiani a Palermo e Riccardo Savona. Nel proprio listino, invece, la Marano presenta i segretari di Verdi e
Rifondazione, Maximo Ghioldi e Antonio Marotta.

Famiglie divise. Dopo la conferma della candidatura di Toti Lombardo che ha creato malcontento nello zio Angelo e nel cugino, pronti a sostenere Dino Fiorenza, anche la famiglia Savona dovrà fare i conti con posizioni diverse. Riccardo sarà candidato in Grande Sud e non nella lista del Nuovo Polo, che racchiude finiani e Movimento Popolare Siciliano, fondato proprio da Savona per superare con più facilità lo sbarramento del 5 per cento. In uno schieramento opposto c'è il fratello Gaetano, candidato nella lista Crocetta Presidente. I ritorni. Della giunta Lombardo si ripropongono gli assessori Alessandro
Aricò, finiano nella lista del Nuovo Polo, e Nicola Vernuccio, capolista a Palermo del Partito dei Siciliani. Nello stesso partito a Ragusa c'è l'assessore Francesco Aiello. Giuseppe Spampinato invece sarà in campo a Catania nella lista Crocetta Presidente.

Indagati. I casi di Andrea Mineo e Giacomo Scala sono solo i casi più noti. Ma non i soli. A Ragusa è stato inserito nella lista del Cantiere Popolare l'ex presidente della Regione Peppe Drago, condannato per l'uso distorto dei fondi riservati di Palazzo d'Orleans. Nel Pds sempre a Ragusa c’è pure Riccardo Minardo, accusato di truffa. A Messina il Cantiere Popolare schiera Santo Catalano e Angelo Paffumi. Il primo ha patteggiato un anno e 11 mesi con la condizionale, per abusivismo edilizio e abuso d'ufficio. Paffumi, invece, ex
componente del consiglio direttivo del Cas è stato rinviato a giudizio a marzo del 2011 per abuso d'ufficio e rifiuto di atti di ufficio.

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