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Liste regionali, tra sorprese e nuovi scontri

E' Mariella Maggio la grande novità di Rosario Crocetta. Il candidato alla presidenza di Udc e Pd ha arruolato il segretario regionale della Cgil nell’elenco di otto nomi che verrebbero eletti di diritto in caso di sua vittoria come premio di maggioranza. Un elenco che non è ancora ufficiale e intorno al quale stanno maturando sempre più problemi. Musumeci schiera tre donne: la palermitana Marianna Caronia e la trapanese Maria Pia Castiglione per il Pid-Cantiere Popolare e la catanese Tiziana D’Anna per il Pdl

PALERMO. È Mariella Maggio la sorpresa del listino di Rosario Crocetta. Il candidato alla presidenza di Udc e Pd ha arruolato il segretario regionale della Cgil nell’elenco di otto nomi che verrebbero eletti di diritto in caso di sua vittoria come premio di maggioranza. Un elenco che non è ancora ufficiale e intorno al quale sta maturando uno scontro violentissimo nel Pd. La segretaria della Cgil sarà candidata anche nella lista Pd di Palermo, «disturbando» altri candidati come Antonello Cracolici e Davide Faraone che invece speravano nel sostegno di parte del sindacato. Ma la Maggio non è la sola novità del listino di Crocetta. Gli alleati considerano il candidato presidente in quota Lumia, dunque al Pd resterebbero altri tre posti e secondo gli accordi dovevano andare a Marika Di Marco (siracusana in quota Lupo) e a Monica Alagna (marsalese di area Mattarella). Il terzo nome doveva esprimerlo la corrente ex Margheritina, Innovazioni. Ma nel momento in cui è arrivata la candidatura della Maggio gli spazi sembravano esauriti e gli accordi sono saltati. A quel punto l’area margheritina ha imposto nel listino la sostituzione della Alagna con un’altra marsalese, Antonella Milazzo, che fa parte da anni dello staff del deputato uscente Baldo Gucciardi. Uno strappo che ha irritato l’area Mattarella e che peserà nelle scelte successive nel caso di vittoria e formazione della giunta. Intanto a Palermo la corrente bersaniana del Pd si è divisa su varie candidature. Mattarella si è riavvicinato a Giuseppe Lupo. Mentre Tonino Russo e Franco Piro dovrebbero sostenere l’ex candidato a sindaco Fabrizio Ferrandelli (che godrebbe anche dell’appoggio di Mirello Crisafulli e Angelo Capodicasa, che però non sono palermitani).

Nel listino di Crocetta due nomi saranno dell’Udc: l’ex numero due dell’Mpa, Lino Leanza, e il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto. I socialisti hanno ottenuto un posto nel listino, affidato al trapanese Nino Oddo: scelta che non è piaciuta all’area palermitana. Crocetta ha inserito a sua volta il vice questore Antonio Malafarina. L’ultimo posto spetta al movimento civico guidato da Nello Dipasquale: dovrebbe essere affidato alla docente palermitana Alice Anselmo. Immediata la delusione degli esclusi, a cominciare dal Movimento Più di Giuseppe Valenti che continua ad attaccare: «La politica si sta dimostrando incapace di mettere in pista un capitale umano più preparato per fare azioni che sanno di etica, oggi quotidianamente calpestata».

Anche nella coalizione che sostiene Nello Musumeci la formazione del listino sta agitando le ultime trattative. Sembrano sicure solo le prime tre donne: la palermitana Marianna Caronia e la trapanese Maria Pia Castiglione per il Pid-Cantiere Popolare e la catanese Tiziana D’Anna per il Pdl. Nello Musumeci dovrebbe indicare la quarta donna. Ma lo scontro vero è per i quattro posti che si contendono cinque uomini: Francesco Scoma, Salvo Pogliese, Santi Formica, Nino Bosco e Rudy Maira. In particolare la sfida sembra fra gli ultimi due ed è una sfida che può pesare perchè significa far scattare eventualmente un secondo seggio nelle province di Agrigento (quella di Bosco) o di Caltanissetta (quella di Maira) garantendo un paracadute a eventuali esclusi eccellenti. Ieri Musumeci ha cercato di sfruttare il caos generato dal caso Fava e dai boatos su possibili convergenze a sinistra (smentite dai fatti). Ha rivolto così un nuovo appello all’Udc per tornare nel centrodestra: «Ha fatto una scelta irragionevole che sconfessa la sua tradizione moderata e di cui dovrà rendere conto agli elettori». L’appello è stato respinto dal segretario Gianpiero D’Alia: «Irragionevole è Musumeci e ciò che egli rappresenta in Sicilia: Berlusconi e Bossi».  Il centrodestra deve però registrare lo strappo del Partito tradizional popolare di Nino Sala e Tommaso Romano: «Non metteremo candidati in lista. Diremo di votare Musumeci garantendo un appoggio esterno ma per le liste provinciali lasceremo libertà di voto ai nostri aderenti».

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