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Virginio in Sicilia: qui grande calore

Il cantante si esibirà a Pedara nel Catanese e presenterà il nuovo disco “Ovunque”. “Lo definisco notturno, ma che guarda verso l’alba. È una visione romantica”

MILANO. Una carriera breve ma intensa, con un percorso musicale in un certo senso anomalo. Lui è Virginio Simonelli, che approda al talent dopo avere partecipato al Festival di Sanremo. Partito dalle Nuove Proposte nel 2006 con Davvero e poi nel 2011 vincitore la sezione canto della decima edizione di Amici. E stasera (mercoledì 5 settembre) sarà in Sicilia dove si esibirà in un minilive alla XIII edizione del Premio Ara di Giove a Pedara (CT) e presenterà il suo ultimo lavoro OVUNQUE (Universal Music), prodotto da Mario Zannini e da Simone Bertolotti.

Il tuo ritorno in Sicilia…
“Sono felice di esserci: il pubblico è sempre molto affettuoso e trovo ogni volta tanto calore. Sarò a Pedara, in provincia di Catania. Presenterò il mio ultimo disco OVUNQUE in un minilive all’interno della XIII edizione del Premio Ara di Giove”.



Il tuo terzo disco… L’hai definito “notturno”.
“Esattamente. Lo è a partire dalla copertina. Ho scelto foto che non fossero da studio fotografico ma scattate di notte in giro per la città. È un disco sui generis da vari punti di vista che ho voluto fortemente. Notturno perché anche nei testi ritorna spesso la tematica della sera e della notte, ma che guarda verso l’alba. Uno status che a me piace molto…”



Sei un malinconico?
“Non sono un malinconico. E per me la notte non è una questione di malinconia. Piuttosto una visione romantica non nel senso dei cuori e dell’amore, ma più ampia. È un disco energico rispetto ai precedenti ed è finora il lavoro che mi rappresenta di più. Il primo disco, VIRGINIO, era ancora troppo acerbo; il secondo, l’ep FINALMENTE, era troppo legato a dinamiche televisive. In quest’ultimo lavoro, invece, ho cercato con cura il suono e le parole con molta autonomia e come piaceva a me”.



È ricco di collaborazioni...
“Si e ne vado molto fiero. Da Niccolò Agliardi, che tra le altre ha scritto l’ultimo singolo ‘La dipendenza’ attualmente in rotazione radiofonica, a Roberto Casalino. E poi, Saverio Grandi e Cesare Chiodo, Bungaro e, non per ultimo, Gary Barlow dei Take That”.

E così nasce Tu mi senti (Catch Me)…
“Il mio editore mi aveva fatto ascoltare dei suoi brani, io l’ho cantata in italiano e mandata. Barlow è stato molto entusiasta”.

Ti potresti esibire con lui?
“Chissà. Vedremo. Mi piacerebbe”.


Come mai la cover (bonus track solo per iTunes) di Leonard Cohen?
“Io sono sempre stato uno che ascoltava la musica per il semplice gusto di farlo. È un brano della musica mondiale che solo apparentemente può sembrare di nicchia. Hallelujah è un capolavoro e l’ho scelta perché ha molta comunicazione”.

Tu sei anche autore. C’è un paroliere o un musicista cui ti ispiri?
“Ce ne sono diversi. Dai ColdPlay a Elisa, di cui ho letteralmente divorato Then Comes the Sun, uno dei dichi più incisivi per la mia scrittura. Quando uno scrive ascolta tanta musica. A me piace molto il pop inglese ma non ne sono prettamente legato. Quando ho iniziato ascoltavo molto soul e jazz. Con il tempo è cambiato il mio modo di scrivere e di cantare”.

Da Sanremo ad Amici Virginio che strada ha percorso?
“Tanta. Dopo Sanremo mi sono accorto che qualcosa stava cambiando nel contesto musicale in cui si operava. E che il talent Amici dava più spazio alla discografia. E io avevo bisogno anche di questo. Così decisi di partecipare alle selezioni”.

Ti ha aiutato?
“Io volevo fare il musicista e basta. E ho pensato che fosse la strada più giusta per me. Per alcuni versi il talent aiuta. La sua esposizione mediatica è sicuramente un punto di partenza. Ma poi si deve dimostrare altro. Nel mio caso, che sono un cantautore e non un prodotto televisivo”.

Lo rifaresti?
“Si, anche se, con il senno del poi, alcuni miei atteggiamenti li cambierei”.

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