PALERMO. Tensione altissima a Palermo, dove si teme l'esplosione di un bomba sociale. Già oggi ci sono stati i primi segnali, con un corteo di operai della Gesip, società comunale in liquidazione, tenuti a vista da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, che ha sfilato per le strade della città, annunciando anche «una marcia su Roma», probabilmente mercoledì prossimo.
La Digos da giorni monitora le frange ritenute più pericolose, gruppi di precari non sindacalizzati che si muovono con blitz improvvisi, a bordo di scooter, bloccando intere zone e bruciando cassonetti. Il clima è talmente surriscaldato che l'amministrazione Orlando parla di 'strategia delle tensionè, mettendo in fila l'incendio alla discarica di Bellolampo con la vicenda dei 1.800 operai Gesip, da oggi senza lavoro e senza salario. Il sindaco punta il dito anche contro Pd, Pdl e Udc, i partiti che sostengono Monti: «Da loro silenzio incredibile».
Da Roma non è arrivato l'ok per i 5 milioni di euro che avrebbero consentito la proroga del servizio sino a fine settembre, anche se la liquidazione dell'azienda è fissata al 31 dicembre di quest'anno. Dunque, a parte l'attuale tranche di fondi bloccati, servirebbero altri 15 milioni per arrivare a fine anno. Poi dovrebbe partire una nuova società. Ma è proprio questo il nodo. I tecnici del tavolo ministeriale, insediato allo Sviluppo, hanno chiesto garanzie al comune: quali saranno i servizi essenziali e il loro onere, quali iniziative saranno attuate per la sostenibilità finanziaria dei servizi, quante persone saranno assunte rispetto al numero attuale, ritenuto spropositato. Dopo il vertice di ieri sera in consiglio comunale con le organizzazioni sindacali, il sindaco, Leoluca Orlando, stamattina ha riunito la giunta per fare il punto. «Non è possibile - sostiene l'amministrazione comunale - procedere in modo unilaterale, al di fuori di una vera programmazione e senza un reale piano industriale basato sulla conoscenza di quali risorse e quali strumenti sono attivabili dal governo nazionale, ad indicare quali e quanti lavoratori possono o devono essere tagliati». Per la giunta «è evidente che a Palermo sono in gioco interessi che vanno contro quelli della città e dei cittadini, così come è evidente che sulla gestione dei servizi per la città si sta giocando una partita in cui si intrecciano interessi economici e criminali davanti ai quali le istituzioni non possono restare inermi o silenziose».
Già lunedì potrebbero emergere i primi disagi dovuti al fermo della Gesip. A rischio ci sono una serie di servizi forniti dalla società: dalla tumulazione dei defunti nel cimitero comunale alla pulizia nelle scuole che apriranno a metà settembre, dalla raccolta della spazzatura nei giardini pubblici alla custodia di strutture
Palermo, Gesip: sale la tensione, lunedì un nuovo vertice
Già oggi ci sono stati i primi segnali, con un corteo di operai tenuti a vista da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, che ha sfilato per le strade della città, annunciando anche «una marcia su Roma», probabilmente mercoledì prossimo
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