ROMA. Il salvataggio dei posti di lavoro della Wind Jet e dell'indotto, circa 800 persone in tutto, accomuna l'attività dei sindacati, ma la strada da seguire non è condivisa dalle organizzazioni dei lavoratori. Così se per la Cgil la compagnia area low-cost «può ripartire investendo 50 milioni di euro», visto che «la Newco esiste già, è svincolata da ogni debito ed è provvista di Certificazione di operatore aereo», per la Uil la strategia d'uscita è diametralmente opposta: «convocare subito il tavolo ministeriale» e seguire «l'unica strada percorribile: quella del concordato preventivo con i creditori».
La società continua a tacere «in attesa di sviluppi concreti», ma la sopravvivenza di Wind Jet appare sempre più a rischio. In attesa di una chiamata da Roma, dal ministero dei Trasporti, e di conoscere il vero piano della compagnia aerea catanese, in bilico tra fallimento e rilancio con tempi strettissimi che rendono difficili trattative con compagnie realmente interessate, domani i sindacati si confronteranno tra loro e con i rappresentanti della Regione Sicilia davanti il prefetto di Catania. La Regione ha problemi serissimi di bilancio e liquidità, e difficilmente potrà mettere in campo l'ipotizzata società mista per salvare Wind Jet.
Le ipotesi maggiormente accreditate sono, al momento, il concordato preventivo, la nomina di un commissario o la cessione a un'altra compagnia. Contro quest'ultima tesi c'è il poco tempo a disposizione degli amministratori di Wind Jet e il reale interessamento di concorrenti-acquirenti. Certo gli slot da Catania per Roma Fiumicino e Milano Linate fanno 'golà a molte compagnie. I treni veloci hanno messo in ginocchio le rotte aeree tra Roma e Milano, e così i voli tra la Capitale e Catania sono diventati i più frequentati e maggiormente remunerativi tra i collegamenti nazionali. Questo spiega la corsa da parte di tutte compagnie aeree a capire il futuro di Wind Jet: in molti sperano di entrare in possesso di slot ad alta redditività in un mercato asfittico e dai costi di gestione sempre più elevati. Senza dimenticare che l'aeroporto di Catania sta per avere finanziamenti notevoli per il suo potenziamento e grossi gruppi industriali e finanziari sono interessati alla sua possibile privatizzazione.
Scenari che preoccupano i sindacati che chiedono «tutele per i dipendenti di Wind Jet e dell'indotto», e sollecitano una «convocazione al ministero» anche per ottenere che «si costruisca in tempi strettissimi una clausola sociale di salvaguardia dei posti di lavoro».
Windjet, sindacati divisi sulla strategia per il rilancio
Il salvataggio dei posti di lavoro accomuna tutti ma le strade no. Così se per la Cgil la compagnia area low-cost «può ripartire investendo 50 milioni di euro», per la Uil la strategia d'uscita è diametralmente opposta
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