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Dagli scinziati solo domande

Finirà stu cavuru? Quando si appresenterà la rottura del tempo? L’autunno arriverà quando ci attocca? Ma l’umito resiste o se ne cala? Ora, signori miei, queste domande non le faccio io, che sono niente immischiato con nessuno e faccio solo il cronista perché quello so fare. Queste domande vengono invece dagli scinziati che, per regola di bancarella, dovrebbero dare risposte. Dovrebbero usare più punti fermi che punti interrogativi o, almeno, dire «la probabilità è maggiore, minore, tanto così, tanto colì». No, a iddi ci piace fare domande. Ma a chi? A chi torna a casa e spreme la camicia nel lavandino del gabinetto? Ai vicchiareddi che a forza di bere acqua come ci dicono nei tg finisce che si fanno la pipì d’incapo? A quelli nei spitali che c’è l’aria confezionata sfasciata? A quelli dei lato bus che pure l’unica aria che avrebbero sarebbe dei finestrini aperti  ma siccome sono sfasciati, date culo. E sudato per giunta.

Insomma se la popolazione soffre, almeno qualche parola di conforto uno ce la dovrebbe dire. Invece no. Non solo fanno domande in continuazione ma quando proprio devono dire qualche cosa sparano minchiate che più grosse sono meglio è.

Signori miei: l’Africano ormai non è più un vicino di casa ma è come il fratello della moglie schietto che rimane disoccupato e alla fine si decide che ve lo accollate in casa voi e lui si rappresenta e pretende tutte le comodità. Zittitivi, non fate battaria che lo zio Franco sta riposando. Ce l’hai preso il merluzzo a Francolino?. Che ti vuoi vedere? Il firm? Ma quale? Lo zio si deve vedere la partita. Ecco: l’Africano è così, preciso preciso.

Ora si scopre che già arrivò addirittura nella Germania e nella Polonesia dove ci stanno i polonesi, vicino a dove ci sono i Cechi e gli Stlovacchi che invece ci vedono perfetti. E questo proprio non c’era messo. Di cui, tanto per dire, in tutta la latata di lassopra avranno quaranta gradi e un’afa attipo marmellata cavura. E se lo dovranno accollare fino al uichend. Da noi invece anche dopo il uichend sarà bello arrustutu ma un poco di meno rispetto a lassopra. Insomma non dovremmo superare i 35. Se vi può consolare. Ma non credo.

Insomma, come ormai sembra garantito, noi qui stiamo diventando deserto. Ancora non pare ma, se l’andamento è questo, alla domanda degli scinziati: scusassi, ma forse che stiamo diventando come il sahara? La risposta è: sissi. Accussì iddi si cuietano Così il sahaera diventa il saharà, non so se mi spiego con questa battuta di dieci lire.

Il fattore è che il grande deserto piano piano, si ammucca la Sicilia e nel giro di x anni diventa deserto.  Ma vi posso comunicare che, a quel tempo, né io ne tutti quelli che mi leggete ci saremo pure se, come vi auguro, campate cent’anni. L’uno, non tutti cumulativi. Dice che quando sarà così migliorerà il mare e, un per dire, non ci saranno le meduse. Così, quando andremo a Mondello passando dalle dune della Favorita, posteggiamo il cammello al baretto e ci possiamo fare il bagno senza lo scassamento di cabbasisi delle meduse che nni punciunu. Le oasi aumenteranno e non ci sarà più come ora, quella sola di via Notarbartolo, Oasi Bar, appunto. Vi consiglio di piantare un poco di palmette nel finestrone che poi crescono e vi fate l’oasi di casa a parte quella del condominio che vi consiglio di proporre fin da ora. Perché quando mala tempora currunt allora uno si deve aspettare soluzioni. No domande. Tante belle cose. Certe

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