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Monti: "Si vede l'uscita dalla crisi"

Al Meeting di Rimini il presidente del Consiglio si dice convinto che oggi il Paese si trovi in una situazione migliore di quella in cui versava lo scorso anno. E individua un «miracolo quotidiano» nella coesione dimostrata dai partiti che sostengono il suo governo

RIMINI. Mario Monti vede avvicinarsi per  l'Italia la fine della crisi. Al Meeting di Rimini, dove il  'popolo di Cl' gli riserva un'accoglienza calorosa, il  presidente del Consiglio si dice convinto che oggi il Paese si  trovi in una situazione migliore di quella in cui versava lo  scorso anno. E individua un «miracolo quotidiano» nella  coesione dimostrata dai partiti che sostengono il suo governo.  Se il presidente Napolitano, nel suo messaggio inviato al  meeting,  chiede di individuare nuovi «modelli di sviluppo»  per una crescita basata su «parametri di benessere attenti ai  principi di equità e solidarietà», dando «fiducia ai  giovani»  il premier sottolinea che il governo lavora per  «scrostare il potere corporativo» e conferma l'impegno contro  l'evasione fiscale «per far recuperare ai cittadini la fiducia  nello Stato».


Esprimendo, prima di chiudere con una citazione  di De Gasperi, un auspicio: «Spero che quando si guarderà al  lavoro fatto, si possano vedere non solo che l'Italia non sia  scivolata a sud-est, per avvicinarsi a un altro grandissimo  paese d'Europa oggi in difficoltà, ma anche perchè si stanno  mettendo semi per rendere la società italiana più normale,  più guardabile in faccia e più ispiratrice di fiducia».    Ai giovani ciellini il professore confida che quello della  fine della crisi è un  momento che «per certi versi» vede  avvicinarsi. «Un anno fa pensavamo meno di oggi di essere in  crisi ma credo che lo fossimo di più», sottolinea, confermando  che «la crescita è il cuore della attività del governo».  Perchè i provvedimenti finora varati, anche se non sufficienti  a far ripartire l'economia, hanno risollevato la fiducia dei  mercati verso l'Italia . Per questo, il professore invita a  guardare all'Euro come una risorsa e non come un handicap: la  moneta unica «è - puntualizza - il pinnacolo della costruzione  europea, è come la Madonnina sul Duomo di Milano: sarebbe una  tragedia se diventasse, per incapacità nostra, un fattore di  disgregazione che rianima i pregiudizi del Nord contro il Sud e  viceversa». E per questo invita a «fare attenzione» agli  alleggerimenti del fisco, «perchè poi ad essere gravato  sarebbe l'intero paese».      


Il premier, al suo quarto incontro con i seguaci di don  Giussani, rende merito alla coalizione 'Abc' che lo sostiene a  Palazzo Chigi. «Questo non è un momento di grande popolarità  per le forze politiche in Italia ed altrove. Ma noi abbiamo il  miracolo quotidiano di forze politiche, soprattutto tre: negli  ultimi anni hanno dedicato grande attenzione, tempo e risorse a  combattersi, e non era facile prevedere che quelle stesse forze  avrebbero avuto un soprassalto di responsabilità». Sicuro di  questo sostegno, Monti indica nella lotta all'evasione fiscale  una stella polare. «Un impegno straordinario e forse sgradevole  contro l'evasione fiscale fa parte del recupero di fiducia dei  cittadini verso lo Stato e dei cittadini fra loro». 


Un'operazione di valori, dunque, che per il presidente del  Consiglio parte anche dal linguaggio: per questo chiederà alla  Rai di «non fare usare più  l'aggettivo 'furbì nei servizi  dei tg che descrivono la lotta contro l'evasione». Perchè,  ammonisce, «non si possono trasmettere neppure in modo  subliminale disvalori che distruggono la società italiana». E  allora, avanti tutta sulla crescita, con misure che Corrado  Passera domani ha l'incarico di illustrare al popolo di Cl. Una  crescita che, dice, «è il risultato non  del pompaggio di denaro pubblico nell'economia, come nel passato  tante volte ci si è illusi, ma è soprattutto la rimozione di  ostacoli strutturali». 

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